Capitolo 21

Questo articolo è stato scritto e pubblicato da Nerina Piras.

STELLA
Oggi mi sono svegliata presto, il tempo trascorre velocemente, la prossima settimana devo tornare al lavoro e pertanto devo prendere una decisione, ho parlato con mia madre, la quale mi ha dato sempre ragione sulla questione di mia zia Francesca, anche se non ha mai potuto avere voce in capitolo, ora però, mio padre è morto e tocca a lei prendere una decisione, sapere cosa fare, mi è sembrata titubante, come se avesse timore di qualcosa, non la capisco, ne avevamo già parlato e lei era d’accordo con me, ora questo voltafaccia mi spaventa.
Ne parlerò con tutta la famiglia oggi riunita per il Natale, ho bisogno di essere tranquillizzata, sia per me sia per Marina, la quale ha tante aspettative.

MARINA
Oggi è il giorno di Natale, sarei stata volentieri a casa con i miei fratelli, specie con Giulio, il quale mi ha chiamato e mi ha rassicurato su tutto, mi ha anche detto che qualsiasi cosa succede lui sarà sempre accanto a me, conto molto su di lui, no su Paolo il quale ha detto che a lui non interessa l’eredità dei nonni, certo lui ha raggiunto una certa stabilità economica, non ha bisogno di pochi spiccioli o di una stanza in questo paese dimenticato da Dio, Enrico al solito è rimasto indifferente, ma ha anche aggiunto che gli piacerebbe avere un posto al nostro paese che sta crescendo e diventando famoso per il mare, dove ora è preso d’assalto dai turisti, sicuramente ci vede un modo per guadagnarci su, sempre molto interessato al vile denaro.
Il mio desiderio non è l’eredità o la casa al mare ma avere giustizia per mia madre che ha tanto combattuto senza risultato. Oggi è il gran giorno.

STELLA
Sono un illusa ho creduto veramente di riuscire ad avere giustizia, invece è stato il peggior Natale della mia vita, è successo di tutto, mentre pranzavamo quasi in serenità, avevamo appena finito il dolce e stavamo conversando quando Fabio, con tranquillità come se non sapesse il motivo per cui eravamo lì, dichiara che: «se anche dovevamo qualcosa alla zia Francesca, lui avrebbe seguito le orme di nostro padre, anzi ne approfitto per annunciarti cara Stella, disse che visto che sei andata via di casa, non spetta niente neanche a te, qui ci ho lavorato solo io e qui è tutto mio, ne ho parlato con la mamma la quale è d’accordo, a Maria ho dato un po’ di soldi a Luigi ho comperato una barca, ed ora ti annuncio che tu sei fuori su tutto, fino a che vive mamma puoi venire in questa casa, ma dopo non voglio più sapere niente di te, visto che te ne sei andata, significa per me che non ti interessa la terra, la vigna e nemmeno la casa, non rimanerci male, ma non cambierò opinione. Non è per cattiveria ma per un senso di giustizia».
Si ha detto proprio così, ha parlato di giustizia proprio lui che mi stava buttando fuori casa, come se la storia si ripetesse, mio padre che caccia la sorella, non me lo sarei mai aspettato, quello che più mi ha fatto male è stata la decisione di mia madre, ma come è possibile un’ingiustizia del genere? Come puoi permettere che i tuoi figli vengano trattati così. Ho guardato Marina era più basita di me, certo non si aspettava quest’altra umiliazione, né per sé, né per me.
Abbiamo bisticciato, alzando la voce, ma gli altri fratelli erano come imbambolati, erano stati ipnotizzati anche loro, non li capivo, chiedevo, supplicavo, piangevo, e mia madre in tutto questo? Piangeva, ma taceva, piangeva e mi diceva «mi spiace», ma come ti spiace e non fai nulla per fermare questa discriminazione.?
Mi sono alzata da tavola imbestialita, vado da un avvocato ho detto, non finisce qui, vieni Marina andiamo via qui non siamo le benvolute…il colmo è stato che ci hanno lasciate andare.

MARINA
Non so, se sono più dispiaciuta per Stella, o, se per me, non sono riuscita a dormire dopo che siamo andate via e tornate a Roma con il primo treno, Stella ha pianto tutto il tempo, non sono riuscita a consolarla, sembrava che la “storia” si stesse ripetendo, ma questa volta era Stella “la figlia prediletta” di mio zio Mario che stava subendo un’ingiustizia.
Ho pensato il karma non sbaglia un colpo, tutto si ripete, dovrei gioire nei confronti di mio zio, ma per il colmo non lo sono.
Amo mia cugina Stella e sono dispiaciuta per lei, anche se la giustizia faccia il suo corso io non ne sono felice.
Ricordo le parole di mia madre “la vita porta sempre il conto”, ed ora la vita stava facendo il suo corso, solo che a soffrire non era mio zio che tanto dolore aveva causato nella mia famiglia, ma era la figlia, di cui io ero una grande amica, e non avrei mai voluto vedere il pianto e il dolore che questa Faida vecchia di anni si rivoltasse su di lei.
La storia è finita con una denuncia agli avvocati, la giustizia ha trionfato, Stella è riuscita ad avere la sua parte, io ho una stanza a disposizione a casa di Stella nel paese natio di mia madre.
Ma quanto dolore.

STELLA
La storia finisce qui, assieme a Marina, ci siamo rivolte ad un avvocato molto bravo, siamo riuscite ad avere una parte della casa che mi spettava, una stanza con bagno e cucina è stata lasciata a Marina, come eredità, come era giusto fosse fatto tempo addietro.
Non parlo più con i miei parenti, solo con mia madre piano piano stiamo riallacciando i rapporti.
Ogni anno io e Marina veniamo al paese in villeggiatura, qui ora non è più un paese dimenticato da Dio, ma è una località molto ambita dai turisti, e qui Marina ha incontrato l’uomo dei suoi sogni, un tedesco che viaggiava con un amico, peccato che l’amico era sposato.
Si sposeranno alla fine delle vacanze lui è un ingegnere e verrà a vivere a Roma, io naturalmente sarò la loro testimone.
Penso che la giustizia sia lenta nell’operare, ma giunge sempre al traguardo

MARINA
Questa è la fine della Faida durata una intera generazione, la giustizia alla fine ha trionfato, Stella ha avuto la sua parte di eredità, anche io ho avuto la mia parte, anche se piccola ora possono venire i miei fratelli se desiderano trascorrere una vacanza qui.
Paolo sicuramente non verrà mai, solo Giulio è stato felice e si è congratulato con me, mi ha fatto sapere che il prossimo anno verrà a trascorrere la vacanza al paese assieme alla moglie e alla figlioletta, e si nel frattempo si è sposato ed ha avuto una bambina bellissima.
Enrico, non ha commentato tutto l’accaduto, come al solito pensa solo a se stesso, ma va bene così specie ora che si è fidanzato.
Io mi sposerò a settembre alla fine delle vacanze, ho incontrato l’amore della mia vita, un ingegnere tedesco che ha deciso di trasferirsi a Roma, come testimone avrò Stella e Giulio mi accompagnerà all’altare.
La vita porta sempre il conto diceva mia madre, ma questa è una vittoria amara, l’unica cosa che avrei voluto sapere di questa ironia della sorte cosa ne avrebbe pensato mio zio Mario dell’ingiustizia subita da Stella la sua “figlia prediletta”.
Ma la vendetta più dolce è stato incontrare mia cugina Stella e aver intrecciato con lei il più bel rapporto, quello dell’amicizia, dell’amore e del rispetto, quello che dovrebbe sempre esserci tra persone della stessa famiglia.

Capitolo 20

Questo articolo è stato scritto e pubblicato da Nerina Piras.

STELLA
Siamo alla resa dei conti, sono tornata a casa con tutte le buone intenzioni, voglio fare pace con mia madre e con i miei fratelli, mia madre commossa si è messa a piangere, mi sono commossa anche io insieme abbiamo pianto la nostra lontananza, ora che sono qui capisco quanto mi è mancata la famiglia, ho detto a mia madre che avevo invitato anche Marina a stare con noi e lei è stata subito d’accordo.
Ero al settimo cielo finalmente le cose si stavano sistemando per il giusto verso, solo che quando è venuta la sera, e Fabio è tornato a casa dalla campagna c’è stato un momento di imbarazzo, ha guardato Marina come se non la conoscesse, anche se in effetti forse non si erano mai incontrati, non è stato sgarbato ma nemmeno ospitale come mi aspettavo, anzi è rimasto piuttosto freddino.
Mamma ha invitato per la cena anche gli altri fratelli Luigi e Maria, Maria mi ha accolto con freddezza come se non fossi la sorella, solo Luigi è stato felicissimo e mi ha abbracciata e baciata, mi sono commossa di nuovo, lui ha accolto molto bene anche Marina.
Cena freddina ma in famiglia, chissà come si sentirà Marina.

MARINA
Mi sono imbarcata in questa avventura senza avvertire i miei fratelli, chissà se ho fatto bene, qui si respira un’aria fredda, mio cugino Fabio è il gelo in persona come tutta la sua famiglia, Maria sembra un’isterica, sempre a litigare con il marito e con la madre, mi sento un pesce fuor d’acqua, l’unico che si è dimostrato carino e simpatico è stato Luigi e la moglie, sono stati felici di accogliermi, mi hanno riempito di domande sulla mia famiglia, sembravano veramente interessati.
Domani telefono a mio fratello Paolo e sento cosa ne pensa, lui è il maggiore forse mi può consigliare, e sicuramente farò una telefonata anche a Giulio, ho proprio bisogno di sentire una parola bella, e lui non mi ha mai deluso.
Domani è un altro giorno si vedrà.

STELLA
Io e Marina abbiamo dormito nella stessa stanza, non abbiamo dormito molto ma parlato tanto, abbiamo parlato delle nostre impressioni, di come io mi sono sentita a casa solo quando c’era mia madre e di come invece mi fossi sentita non accolta quando è arrivato Fabio, anche lei ha avuto la stessa impressione, mi spiace avrei voluto regalarle un Natale speciale, in famiglia, finalmente cancellate tutte le faide dei nostri genitori, ma ho come l’impressione che non sia così, spero che domani vada meglio, ci sarà anche la moglie e i figli di Fabio, vedremo se loro saranno contenti di vedermi.

MARINA
Accidenti che freddezza da parte di Fabio, non me lo aspettavo, in fondo io e lui siamo cugini e le faide tra i nostri genitori non deve intaccare il nostro rapporto.
Speravo di trascorrere un Natale sereno, in famiglia, invece mi ritrovo in un’altra guerra, non voglio fare come mia madre ed essere cacciata via da questa casa che in fondo è quella di mio nonno e appartiene una piccola parte anche a me.
Abbiamo parlato tanto con Stella e lei mi dà ragione, sa che mia madre ha subito un’ingiustizia, e vuole ripagare, non so come riuscirà visto l’aria che tira qui.

Capitolo 19

Questo articolo è stato scritto e pubblicato da Nerina Piras.

STELLA
E sì la vacanza è finita siamo tornate, il ragazzo che ho conosciuto non è voluto venire in Italia, non era poi così innamorato, lui mi dice (da quello che sono riuscita a capire) che ama Londra, e non potrebbe vivere in nessun luogo che non sia questo paese, va beh, contento lui, anche io del resto non potrei vivere in un paese così grigio e fumoso, io amo il sole e la vita, e poi qui ho un lavoro che mi soddisfa
A proposito oggi con me è venuta anche Marina, l’hanno assunta come operatrice di computer, è brava, qui nessuno ancora sa dove mettere le mani, siamo abituate alla macchina da scrivere, lei invece sa cavarsela alla grande, farà strada qui.

MARINA
Oggi è il mio primo giorno di lavoro che emozione, mi hanno dato una scrivania e un pc, pare che sia l’unico pc in tutta l’azienda; eppure, è una grande azienda ed è famosa, possibile che solo io sappia usarlo? Un po’ sono spaventata e un po’ orgogliosa, voglio farmi valere, i colleghi e le colleghe sembrano simpatici e collaborativi, specialmente una ragazza carina mi si è avvicinata e si è presentata si chiama Cristina, è bionda con gli occhi azzurri come il mare, e un sorriso a trentadue denti che la rende particolarmente simpatica e attrattiva, sento che potremmo diventare grandi amiche, è come se la conoscessi da sempre, che strana sensazione, vedremo. Ci sono anche dei ragazzi alcuni si sono presentati, altri sono rimasti indifferenti alla mia assunzione, anche tra loro ho notato un ragazzo, più uomo che ragazzo, infatti aveva qualche capello bianco, affascinante, uuuuhhhh. Non voglio correre troppo con la fantasia.

STELLA
Sto ancora pensando al ragazzo che ho lasciato a Londra, chissà se lui sta pensando a me, alle prossime vacanze andrò a trovarlo, intanto a Natale io e Marina abbiamo deciso di andare al paese, io a trovare i miei e lei a trovare le sue radici, so che non le è rimasto nessun parente a parte noi, e noi non l’abbiamo proprio trattata come era giusto, infatti voglio mettere in chiaro una volta per tutte questa situazione, basta che le angherie di mio padre, e poi lui ormai non c’è più sono rimasti i miei fratelli ad occuparsi della azienda di famiglia, anzi credo solo Fabio, mentre so che Luigi aveva comperato una barca per portare a spasso i turisti, chissà se le è andata bene, da l’ultima volta, non ho più parlato con loro e loro non mi hanno mai cercata, voglio vedere se a Natale avranno il coraggio di cacciarmi come mio padre aveva fatto con la mamma di Marina.

MARINA
Il Natale si avvicina sto preparando le valige per andare nel paese di mia madre sono emozionata e spaventata, so che lei ha sofferto molto per il comportamento del fratello, cacciandola da casa dei nonni, e rifiutando di darle la giusta parte di eredità, quello che non capisco come anche mia zia Paola che vive a Milano non abbia mosso un dito per risolvere questa faccenda, possibile che la prepotenza di una persona debba prevalere sulla giustizia?, Mia madre è morta senza averla avuta questa giustizia, io riuscirò dove lei è fallita?
Di certo io ho la complicità di mia cugina Stella, ho le spalle coperte come si suol dire, ma sono comunque spaventata non sono un’eroina, ma voglio giustizia per lei che non c’è più, per i miei fratelli e anche per me, vedremo come andrà a finire.

Capitolo 18

Questo articolo è stato scritto e pubblicato da Nerina Piras.

STELLA
Mi sento soffocare, mia madre mi dà il tormento, mia sorella non fa altro che criticarmi e dirmi che resterò una zitella, non vogliono farmi ripartire, oggi ho chiamato Marina, lei vorrebbe trasferirsi a Roma, io la potrei ospitare in casa mia, sempre se riuscirò a partire da qui.
Una grande litigata l’ho avuto con mio fratello Fabio, il quale è impegnato nell’azienda di famiglia e vorrebbe che ne facessi parte come amministratrice, dice che lui non riesce tra i lavori dei campi anche a far quadrare i conti, ma anche se sarei in grado non me la sento di seppellirmi qui, gli ho suggerito di prendere a lavorare un ragioniere.
Ha iniziato a sbraitare, è venuto anche Luigi, e mi ha dato ragione, ognuno deve fare la sua vita senza essere condizionato dagli altri.
Pertanto, ho deciso grida o non grida me ne vado.

MARINA
Il mio desiderio di andarmene da questa fabbrica si sta realizzando, volevo licenziarmi ma avevo poi il problema di come mantenermi, ed ecco che ci mettono in “cassa integrazione”, vuol dire che ci pagano lo stipendio all’80 per cento, stando a casa, questa è la mia occasione…sono andata da Stella, la quale mi ha ospitato, e sono andata a cercare una scuola serale, voglio diplomarmi voglio andare a lavorare nella sua stessa grande azienda, sono consapevole del gran sacrificio ma riuscirò.
Ho lasciato la mia casa con i miei fratelli, tanto loro sono adulti e si sanno gestire da soli, lavorano e sono indipendenti.
Paolo, quando ha saputo che ero stata licenziata, mi ha di nuovo invitato a San Marino, ma non me la sento di andare così lontano e poi lui ormai è sposato ed ha un bambino, mi sentirei di troppo, Enrico al solito è sempre indifferente, non mi considera più di tanto, non ha fatto commenti quando gli ho riferito il mio progetto, solo Giulio, è stato contento, e mi ha spronato dicendomi «lo sapevo che alla fine avresti fatto questo passo, non ti potevi accontentare di questa vita, tu sei diversa«, l’ho abbracciato, commossa, ho pianto per la prima volta dopo la morte della mamma, pianto di commozione, il mio caro e dolce Giulio

STELLA
Quante cose sono cambiate da quando Marina si è trasferita qui, l’avevo accompagnata ad iscriversi ad una scuola serale per prendere il diploma, poi si è iscritta da un corso di inglese e di uno di operatrice di computer, ma dove trova tutta quella energia?
Ma sono contenta perché si sta per diplomare e poi andremo insieme a fare un viaggio in Inghilterra, sarà un’esperienza bellissima, mi trovo bene con lei anche se a volte la convivenza è pesante riusciamo poi sempre a trovare un punto d’incontro.
I miei non li ho sentiti più sono arrabbiati con me, ma uno dei miei progetti è tornare al paese con Marina e mettere in ordine la faccenda “eredità” che è sempre rimasta in sospeso, voglio che si faccia giustizia.

MARINA
Siamo finalmente su un aereo che emozione, è il mio battesimo dell’aria, stiamo volando e con noi volano tutte i nostri desideri e voglia di giustizia e libertà.
Per merito di Stella, al nostro rientro, sarò assunta nella sua azienda, è una grande soddisfazione per me, finalmente sono riuscita nel mio primo obiettivo, uscire dalla fabbrica e lavorare in una impresa come impiegata, non perché voglio denigrare il mio primo lavoro, ma sentivo che non era il mio posto, troppe discriminazioni, troppe lotte da sostenere ogni giorno contro le ingiustizie i soprusi, qui spero di trovare un posto sereno, dove non ci sono padroni con la frusta in mano pronti a controllarti quanto tempo stai in bagno, o pagarti la metà dello stipendio solo perché sei “femmina”, no non ci sto, ho lottato tanto, ma niente è cambiato in fabbrica, ora voglio un’altra vita, questa vita, questa che mi sta portando a conoscere il mondo, questo primo viaggio, non sarà il solo, volerò ancora per altri lidi per altri mondi, per conoscere le altre realtà, le altre genti, con mentalità diversa dalla nostra, si ho grandi progetti, ma il primo è visitare questa città Londra.

STELLA
Questa città è fantastica, qui mi sento un po’ provinciale, le persone sono disinibite, sciolte, calme e ordinate, no come in Italia e specialmente come nel mio paese, è bello passare davanti alle finestre degli abitanti e notare che nessuno si permette di sbirciare, non posso fare altro che paragonarlo al mio paese, dove tutti sanno tutto di tutti, Marina è entusiasta, sta sperimentando il suo inglese, ma se devo essere sincera con scarsi risultati, sono più le volte che sbagliamo strada, perché non ha capito, che quella che azzecchiamo, però mi sto divertendo, e poi ho conosciuto un ragazzo che …mamma mia che bello! Quasi quasi mi trasferisco qui, peccato che non ci capiamo per niente, perché io l’inglese proprio non lo so.
Abitiamo in una casa che ci costa un occhio ed è un tugurio, il bagno è in comune con gli altri, non hanno il bidè, che pizza, viva l’Italia! Nemmeno l’amore per quel bellissimo ragazzo mi farà mai venire voglia di abitare qui, troppo caro, troppo scomodo, ma affascinante, penso di tornarci, in vacanza però.

MARINA
Che esperienza meravigliosa, essere qui assieme a mia cugina Stella è fantastico, la città e multietnica, vedi attorno a te ragazzi e ragazze di tutti i colori, da noi se vedi uno “nero” non gli togli gli occhi da dosso tanto non siamo abituati, qui è un’altra cosa. E’ una mentalità aperta, nessuno fa caso a nessuno, da una parte non credo sia un bene, da l’altra trovo che qui puoi fare tutto ciò che ti pare senza essere giudicato da nessuno, che bello, e poi come sono ordinati, oggi siamo andate a prendere l’autobus quello rosso a due piani, emozionate ci siamo avvicinate alla porta per entrare, mamma mia che sbaglio, erano tutti in fila ordinata, ci hanno bacchettato, che figura …però non è più successo.
Quello che mi disturba di questa città è il clima, esci senza ombrello e torni a casa zuppa di pioggia, ma come fanno questi a vivere così, sarà che io amo il nostro clima, la nostra gente, il nostro mare.
Ma tanto la vacanza sta per finire, tra un po’ si torna a casa ed io inizierò questo nuovo lavoro assieme a Stella… forse…infatti si è innamorata di un ragazzo del posto conosciuto in un pub, e sospira sospira, chissà se tornerà in Italia con me, mi dispiacerebbe in fondo ora che ho trovato una cugina/amica mi scoccerebbe perderla, bah vedremo “se sono rose fioriranno” diceva sempre mia madre!

Capitolo 17

Questo articolo è stato scritto e pubblicato da Nerina Piras.

STELLA
Ora che ho conosciuto Marina mi è venuto il desiderio di trasferirmi nella sua città, Napoli, così potremo frequentarci e conoscerci meglio, è bello scoprire di avere una cugina così simile a me anche come idee e pensieri, ne ho parlato con mia madre al telefono e mi ha sostenuta, invece mio padre è stato molto freddo, quasi gli è dispiaciuto che sto cercando di coltivare questa parentela, ai miei fratelli nemmeno l’ho chiesto loro sono sottomessi a mio padre, anzi forse Luigi è differente, lui ha altre idee non è rimasto così chiuso con la mentalità paesana.
Mi sarebbe piaciuto conoscere anche mio cugino Paolo, ma l’ho visto appena al funerale e so che ora è già partito per San Marino dove vive ora, so che sta facendo fortuna, sono contenta per lui, visto che mio padre ne ha parlato sempre male, come se fosse uno sfaticato e una persona leggera, a me è sembrato molto serio. Gli altri cugini non me li ricordo nemmeno erano talmente presi dal loro dolore che quasi non si sono accorti della mia presenza.

MARINA
Mia cugina Stella si è trasferita qui proprio vicino a me, è bello scoprire una parente con cui scambiare due parole, io ho tre fratelli ma non si ha la stessa confidenza che si potrebbe avere con una sorella o appunto una cugina.
Siamo uscite assieme e mi è venuta a trovare in fabbrica dove siamo ancora chiuse dentro come animali, le ho parlato delle mie lotte delle 48 ore di lavoro senza interruzione, in una catena di montaggio, le ho raccontato di come eravamo controllate, di quanti minuti passavamo al bagno, di come ho abbracciato il movimento femminista, di come mi rispecchiavo in queste lotte, le ho raccontato di quando siamo andate a Roma a manifestare contro questi soprusi e queste ingiustizie, le ho raccontato di quando nel “salotto di Roma” a Piazza di Spagna, anche se eravamo autorizzate a stare lì, i celerini ci hanno “attaccato” noi ragazze, ma anche i nostri sindacati, quel giorno poi c’era pure Gian Maria Volontè che stava facendo le riprese, anche lui fu fermato e portato in questura, i nostri sindacati, in terra feriti, una guerriglia, proprio noi che cercavamo la pace e la giustizia, ma quale giustizia è quella che si accanisce contro pacifici lavoratori e picchia le donne indifese sedute in terra?.
Me lo sono chiesto e l’ho chiesto anche a lei, per sapere quale fosse il suo pensiero. Le ho raccontato di quando i proprietari della fabbrica di camiceria che stavamo occupando sono entrati e ci hanno sparato contro, di come fossi sconvolta di questo e di come ci si sente quasi oggetti e non persone con propria dignità mi è sembrata molto comprensiva, si mi piace Stella, diventeremo grandi amiche.

STELLA
Devo tornare a casa al più presto mio padre sta male, lo hanno ricoverato in ospedale, speriamo non sia nulla di grave, ho chiesto un’aspettativa al lavoro, un po’ per stare vicina a mia cugina a Napoli un po’ perché ora devo tornare al paese, spero di ripartire presto, significa che mio padre non è poi così grave.
Purtroppo, mio madre è morto, in così poco tempo nessuno se lo aspettava, mia madre è disperata non vuole che vada più via, ma qui ci sono già i miei fratelli, e l’aria che si respira è pesante per me, sento di non appartenere a questo mondo, il mio desiderio è di tornare a Roma al lavoro e poi da Marina.

MARINA
È morto mio zio Mario, il padre di Stella, mi spiace per lei, io quasi non lo conoscevo, mi fa rabbia che non abbiamo mai potuto parlare dei beni di famiglia con lui, non ne abbiamo avuto né modo né tempo, mi ero ripromessa di andare da lui con un avvocato per risolvere una volta per tutte questa faccenda, ma il tempo tiranno non mi lascia spazio, anche se ora siamo tornate al lavoro, la fabbrica ha riaperto, come si dice nel gergo “abbiamo vinto”, ma questa la sento come una vittoria di “Pirro”, infatti abbiamo avuto dei miglioramenti, orari di lavoro più decenti, ma per quanto riguarda la disparità tra uomo e donna, non ce ne sono stati, tutto è rimasto invariato.
Credo sia ora di cambiare aria, ho deciso che andrò via da qui per avere altre possibilità di vita migliore, in fondo non mi sento di appartenere a questa città né a questa fabbrica.
Voglio riprendere gli studi, la mia grande passione, la lettura, se voglio un cambiamento deve avvenire da me, la cultura cambia il mondo.
Forse andrò a trovare Stella a Roma, appena torna, ora so che si trova ancora al paese, la sento telefonicamente, sembra depressa, non so se per la morte del padre o per l’oppressione della famiglia che non vogliono farla ripartire.

Capitolo 16

Questo articolo è stato scritto e pubblicato da Nerina Piras.

STELLA
Ho sentito mio padre e mi ha detto che mia zia Francesca sta molto male, forse prendo il treno e la vado a trovare, così potrò conoscere anche mia cugina Marina, dicono che ci assomigliamo, so che i nostri genitori non si parlano ma noi non c’entriamo nulla con le loro beghe, a me le faide di famiglia non interessano, anzi vorrei conoscere tutti i miei cugini.
Ho sentito tanto parlare anche di Paolo, anzi all’inizio ne ho sentito parlare malissimo, ora invece dicono che sta facendo fortuna e che sta diventando ricco, è interessante, mi piacerebbe conoscere la sua storia, vorrei conoscere anche Giulio ed Enrico, voglio vedere con i miei occhi se è vero che Giulio assomiglia a mio padre.

PAOLO
Sono dovuto tornare a casa di corsa perché ho saputo che mia madre è in ospedale è grave, spero di fare in tempo a salutarla.

MARINA
È tornato Paolo ma troppo tardi mia madre è morta, è morta mentre io ero in fabbrica, mi sento in colpa, perché non me ne sono accorta che stava così male? Perché litigavamo sempre? Possibile che non abbiamo mai trovato un punto di incontro? sono spaesata, non so che fare, sono impegnata in una lotta sindacale e sono impegnata con la testa nella mia nuova situazione di orfana, ora anche di madre,
non so cosa farò della mia vita. Non mi rassegno a questo ruolo, se è riuscito Paolo a volare, volerò anche io.

STELLA
Oggi al funerale di zia Francesca ho conosciuto i miei cugini, certo non è stata una bella circostanza, ma è stato bello potersi abbracciare dopo tanto odio, ho chiamato mio padre e le ho dato la triste notizia, chissà se è davvero dispiaciuto, mi è sembrato indifferente, in fondo era sua sorella, non riuscirò mai ad entrare nella mentalità del paese, io sono diversa, voglio diventare amica di Marina, mi è sembrata una persona simpatica e disponibile alla discussione, aspetterò che passi un po’ di tempo ma dopo il funerale voglio rincontrarla.

MARINA
Paolo è ripartito, mi ha proposto di andare a vivere a san marino dove lui ora lavora, ha trovato una ragazza e presto si sposerà, io non posso abbandonare la mia casa, né le mie lotte, sono sempre più impegnata, credo nella giustizia umana e divina, e so che quello che sto facendo avrà un riscontro, ma intanto qui si soffre, dormiamo per terra con dei materassi che ci hanno procurato i sindacati, cuciniamo per tutte ma non è facile con tante teste che ragionano in modo differente e con abitudini diverse è un incubo, ogni giorno, doversi confrontare con le altre e con il mondo esterno è dura.
La cosa bella di tutta questa faccenda è che ho conosciuto mia cugina Stella, lei è la figlia di mio zio Mario che ha rifiutato l’eredità sia a mia madre sia a zia Paola, ma sento che lei è differente, capisce che siamo stati vittime di suo padre e di una sua grande ingiustizia.
Appena finisce questa storia della fabbrica, voglio rivedere la faccenda eredità, ne parlerò con i miei fratelli e vedrò di avere giustizia, lo voglio fare anche per mia madre che ha combattuto tutta la vita per questo.

Capitolo 15

Questo articolo è stato scritto e pubblicato da Nerina Piras.

MARINA
Oggi una mia amica mi ha portato a lavorare in una fabbrica di camiceria, la paga non è da fame come nel negozio del mio dottore di famiglia, ma l’orario anche qui è pazzesco, non hai tempo nemmeno di uscire una volta con le amiche, si lavora 6 giorni alla settimana dalle 8 alle 18,00 d’inverno è già notte, ma pazienza anche se a volte mi sento soffocare, dai ritmi assurdi, ieri una collega è andata in bagno e c’è rimasta 10 minuti l’hanno multata, come se andare in bagno ed avere le mestruazioni fosse una colpa…avrei voglia di mandare tutto all’aria ma non posso permettermelo, devo sopportare, ma fino a quando?

STELLA
Evviva ora abito a Roma, ho trovato un lavoro certo con la raccomandazione altrimenti qui in Italia non si va da nessuna parte ma sono contenta, finalmente sono libera, qui la vita è diversa non è come in paese che tutti ti conoscono e non puoi fare un passo che subito ti additano, qui non mi conosce nessuno e posso fare quello che voglio, lavoro in una azienda grande, siamo in tanti e le colleghe sono gentili con me, mi hanno invitata ad uscire con loro.
Vado molto volentieri, anche perché qui non si fanno distinzioni su maschi e femmine, qui si esce tutti assieme, non come al paese che se ti vedono uscire con un ragazzo subito sparlano…sono proprio soddisfatta.

FRANCESCA
Sono stanca, ultimamente più del solito, forse non ero abituata a lavorare così, domani vado dal medico, spero di non essermi ammalata.
Marina non ha sentito ragioni ha deciso di andare a lavorare in fabbrica, a me non stava bene, reputo la fabbrica un posto non adatto a lei, voleva tanto fare la scrittrice ed ora cuce tutto il giorno per una paga da fame, non la capisco proprio, mi dispiace anche perché non legge più tutti quei libri come faceva prima, ora non ha certo tempo, e il poco tempo lo dedica ad uscire con le amiche, spero che non esca con i ragazzi, ma io la tengo d’occhio anche se oramai è una ragazza, ma proprio per quello devo essere più attenta, ho chiesto anche a °Giulio ed Enrico di tenerla d’occhio, ma Giulio ormai è risaputo la difende sempre, mentre Enrico non la vuole portare con se e con i suoi amici, sempre in competizione quei due, Paolo ormai è lontano, ma quando mi chiama mi dice che sta facendo fortuna, lo spero per lui, mi da tanta preoccupazione, e sono dispiaciuta di non averlo più in casa, ma si sa i figli crescono e se ne vanno per la loro strada.

PAOLA
Ieri ho chiamato Francesca per sapere come stava le voci di corridoio mi parlavano di una brutta malattia, spero siano solo chiacchiere, lei mi è sembrata più stanca del solito, ma ha negato di essere malata, testa dura, spero abbia ragione,

MARINA
Vedo mia madre sempre più stanca mi spiace non poterla aiutare di più, ma oltre che lavorare in fabbrica per 12 ora non so come altro fare, forse dovrebbe vedere un medico, ma quando le chiedo come sta, dice sempre “bene” non preoccuparti, sarà!!
Intanto qui in fabbrica le cose si complicano sono momenti di lotta, gli operai si sono svegliati dal letargo e iniziano a reclamare i loro diritti, a me non sembra vero, con l’animo che mi ritrovo! Vedere tante ingiustizie mi fa star male, e sapere che altri la pensano come me, mi dà la carica giusta per ribellarmi.

Ormai il fermento e la “rivoluzione” come la chiamo io è alle porte, ci sono fabbriche che chiudono, fabbriche che scioperano, fabbriche che occupano, c’è un via vai di persone di partito che vengono a parlare con noi operaie per “svegliarci” come dicono loro.

Io sono pronta a svegliarmi, non so nulla di partiti politici, sento solo l’ingiustizia di comportamento, siamo trattate come oggetti da sfruttare, e che dire della disparità di stipendio tra uomini e donne? Con che scusa loro vengono pagati di più anche facendo lo stesso lavoro Non lo capisco, certamente sto vivendo un momento storico, siamo nei   “bollenti anni 60”.

Mi sento come una eroina che sta lottando per la giustizia e per le discriminazioni, siamo poco più che bambine, ma con una grinta, solo che quando ne parlo in casa devo combattere anche con la loro discriminazione, mia madre mi disapprova, Paolo per fortuna è lontano, Enrico nemmeno mi guarda, solo Giulio come al solito è dalla mia parte.

Qui le cose si complicano credo che i partiti che ci sostengono parlino di “occupazione”, ma cosa vogliono dire? Sono preoccupata.

FRANCESCA
Non sto molto bene dovrei avvertire Paolo, so che ora ha messo su un azienda, sono felice e orgogliosa di lui, in effetti aveva ragione a voler fare di testa sua, ma qui ho bisogno di un uomo che mi sostenga, Marina testa matta ha deciso di “occupare” la fabbrica dove lavora, sono frastornata, non è certo quello che mi aspettavo da lei, Giulio le dà ragione come sempre e anzi la sostiene sia a parole sia in denaro, non le fa mancare nulla, dorme fuori casa, per me è inconcepibile, anche se so che sono solo donne/bambine sono preoccupata, se c’era il padre sicuramente non l’avrebbe lasciata libera, ma io ora sono troppo debole per contrastarla, speravo in Paolo ma lui è lontano…

Io sto sempre più male.

Capitolo 14

Questo articolo è stato scritto e pubblicato da Nerina Piras.

STELLA

Che bello ho convinto mio padre a segnarmi a scuola, i tempi cambiano ed anche le donne hanno diritto ad una istruzione, così mi ha accompagnato lui stesso al liceo, lo adoro, sono certa che piano piano anche lui diventerà più moderno e malleabile anche nei confronti di zia Francesca, ieri per la prima volta l’ha nominata senza arrabbiarsi, era più arrabbiato con mio fratello Luigi che con lei

In fondo anche Luigi ha diritto a fare la vita che preferisce, lui ama il mare e quella ragazza che ha conosciuto qui in ferie, vorrei che mi padre fosse più aperto a capire noi giovani, in fondo lui non è fatto per coltivar la terra, ma per far sviluppare il turismo qui da noi.

Infatti, questo paese sta diventando famoso vengono tante persone a visitarlo per il mare per l’aria buona delle montagne vicino, e se Fabio trova la sua strada con questo ben venga.

La prossima volta ne parlerò a papà a me dà retta sempre.

FRANCESCA

Lavoro 10 ore al giorno sono distrutta dalla fatica, poi i ragazzi mi danno tanto da fare anche se lavorano, li devi accudire, sfamare, pulire, ed io sono stanca, sempre di più, lavorare in casa di altri mi toglie le forze, avessi almeno l’aiuto di Marina, ma niente, insiste che vuole partecipare all’aiuto andando a lavorare, ma che lavoro potrebbe fare se non ha finito nemmeno le scuole, non lo capisce, mi fa disperare, sarebbe stato meglio avere un altro maschio che una femmina come lei.

MARINA

Ho trovato lavoro come commessa in una boutique della moglie del nostro dottore, è dura non mi aspettavo tutta questa fatica, mi trattano come una schiava, lavoro 12 ore al giorno per pochi spicchi che non mi bastano nemmeno per comperarmi un paio di calze, mentre le clienti che entrano in questo negozio spendono per un solo abito una paga mia di almeno un anno,

Ecco che sta nascendo in me una ribellione interiore per le ingiustizie di questo mondo, le clienti non mi considerano, nemmeno mi vedono, la padrona del negozio è una megera, non solo mi tratta male davanti alle clienti, ma a volte mi tiene in piedi senza mandarmi nemmeno a pranzo, non lo sopporto, ma non riesco a ribellarmi ho bisogno di quel denaro anche se poco.

MARIO

Che soddisfazione accompagnare Stella al liceo, lei era felicissima, ma sì forse ha ragione lei i tempi cambiano, è giusto che si faccia un’istruzione e magari trovare un lavoro, tanto lo so che lei di fare la contadina o la moglie di un contadino non ci pensa nemmeno.

Sono orgoglioso di lei so che farà grandi cose, no come Luigi che mi ha chiesto i soldi per comperare una barca, bah chissà cosa avrà in mente, l’unico che mi dà soddisfazione è proprio Fabio, lui è veramente un figlio della terra.

GIULIO

Mi fa rabbia vedere Marina che si spacca la schiena per pochi spiccioli mentre Paolo bighellona tutto il giorno ed ha anche la pretesa di essere servito da Lei, non me la sento di litigare con lui, anche perché lui ha sempre prevaricato su tutti, colpa di nostra madre che lo ha difeso e coccolato, ora ha anche rifiutato un lavoro per le ferrovie, che stronzo!

FRANCESCA

La signora dove lavoro è molto importante ed ha grandi conoscenze ero riuscita a far trovare un impiego a Paolo nelle ferrovie, un posto “Fisso” e lui? Lo ha rifiutato, non posso crederci, io che avevo tante speranze in lui, ora anzi ha deciso che andrà a vivere a San Marino, io non so nemmeno dove si trova, sono dispiaciuta, sento i fratelli che si lamentano che borbottano ed io non posso certo difenderlo, ora proprio non me la sento, sono troppo delusa e dispiaciuta.

PAOLO

Oggi per la prima volta ho litigato con mia madre, non riesce a capirmi, quando ho rifiutato il lavoro alle ferrovie si è messa a piangere, mi spiace, ma io voglio molto di più, infatti domani andrò assieme al mio amico Roberto a San Marino dove ho sentito che cercano delle persone per intraprendere un lavoro di concetto, no in ufficio ma un lavoro di rappresentanza, sono pieno di speranze e di voglia di dimostrare che avevo ragione

STELLA

Ora che sono diplomata sto convincendo papà a lasciarmi andare nella capitale, a Roma per cercare di fare fortuna lì, non voglio rimanere nel paese, questo paese molto bello pieno di vigne e di colline e attorniato dal mare, questo paese che diventa vivo solo in estate quando frotte di turisti lo prendono di mira, per poi cadere nel deserto appena loro se ne vanno, che pena!

Capitolo 13

Questo articolo è stato scritto e pubblicato da Nerina Piras.

STELLA
Io voglio molto bene a mio padre ma non lo capisco, c’è la zia Francesca che ha problemi economici e lui invece di aiutarla ne parla sempre male in famiglia, mi chiedo perché non divide i beni che ci ha lasciato nonno? Ma lui mi dice che sono piccola che non posso capire, ma secondo me capisco molto più di lui, so che sta facendo un’ingiustizia, questo non è giusto, non so come farglielo capire, chissà forse con il tempo!

FRANCESCA
Marina quando le ho detto che doveva servire i suoi fratelli, non ha detto nulla ma mi ha guardata come se fossi una pazza, non so più come raddrizzare questa bambina che ormai è quasi una ragazza, non la domo, ho i figli maschi tutti obbedienti, tutti in riga a cercarsi un lavoro ed ora anche Marina vorrebbe andare a lavorare! ma dove andremo a finire di questo passo!

MARINA
Mia madre è rimasta sconvolta quando le ho detto che sarei andata a lavorare anche io come i miei fratelli, non ha ancora capito che sono una persona decisa, desidero la mia indipendenza, altro che servire gli altri, ora che mio padre non c’è più i problemi sono aumentati, quello che non capisco è perché non si fa rispettare da suo fratello, visto che si è tenuto tutta l’eredità, ora è il momento di farsi avanti e di reclamarla. Se fossi in lei avrei già parlato con la zia Paola e insieme avremmo affrontato quel becero di zio Mario, arroccato alle sue antiche usanze, non si rende conto che i tempi cambiano, ed ora che si faccia giustizia.

MARIO
Come immaginavo Francesca è tornata al paese a reclamare chissà che…mi ha rimproverato di non essere nemmeno andato al funerale di Stefano.
Mentre parlavamo ovvero litigavamo si è affacciata alla porta Stella e ci guardava senza parlare, so cosa le passava per la testa, fortuna che ha avuto l’educazione di tacere.

FRANCESCA
Ho preso il treno e sono andata da Mario, a chiarire una volta per tutte la situazione, ma lui è rimasto del suo parere, ho minacciato di mettere un avvocato, ha fatto spallucce.
Mentre discutevamo anche animatamente si è affacciata una ragazzetta, credo sia l’ultima sua figlia Stella, molto bella e intelligente, ci ha guardati senza dire una parola, chissà cosa le passava per la mente!

MARINA
Finalmente mia madre si è decisa oggi ha preso il treno ed è andata dal fratello a reclamare quello che le spetta, sono curiosa di sapere cosa le risponde zio Mario.

FRANCESCA
Sono tornata a casa più dispiaciuta di prima, subito Marina voleva sapere com’era andata, sono contenta che si sia interessata a qualcosa che riguardi noi tutti, in genere la trovi sempre davanti allo specchio o con le amiche a parlare di chi sa che, così le ho raccontato tutti i fatti, non le ho nascosto nulla, da quando è morto mio padre ad ora, mi ha ascoltata attentamente poi ha detto che avremmo dovuto mettere un avvocato, perché si era informata e sapeva che noi avevamo tutte le ragioni, non mi aspettavo questa sua reazione, sembrava di stare a parlare con una donna adulta e non con una ragazzetta.

MARINA
Per mia madre io sono sempre una bambina che non ha testa, non si rende conto che io ho la facoltà di vedere al di là delle apparenze, le ho consigliato di mettere un avvocato, ma come immaginavo non abbiamo soldi da buttare, a mala pena riusciamo a tirare la carretta, come si suol dire, mi sa che andrò a cercarmi un lavoro, come i miei fratelli, non voglio pesare sul bilancio familiare.
Dovrò lasciare la scuola? Peccato a me piace studiare, imparare cose nuove, so che se vogliamo uscire da questa situazione l’unico sistema è la cultura, ma se le ristrettezze non ti permettono di andare a finire gli studi, ti trovi come il cane che si morde la coda!

GIULIO
Ho ascoltato quando Marina e mia madre parlavano di zio Mario, sono arrabbiato con lui, ma sono rimasto stupito dai ragionamenti di Marina, sembrava una donna, non una ragazza, sono orgoglioso di lei, so che nonostante i problemi che abbiamo si farà strada nella vita, ha troppo carattere per non combattere.
Paolo che dovrebbe essere il capo famiglia invece, la sgrida sempre, non la capisce, proprio lui che dovrebbe essere il primo ad andare a lavorare e invece ha le idee di grandezza, chissà cosa vorrà fare nella vita.

PAOLO
Chissà perché tutti si aspettano qualche mossa o decisione da me come se fossi io il capo famiglia, vero che ora mio padre non c’è più sono il maggiore, ma in fondo anche io sono un ragazzo e ho tanti progetti, non posso limitarmi ad andare a lavorare alle ferrovie come vorrebbe mia madre, ho altri progetti altro che stare chiuso per 12 ore o fare il pendolare sul treno.
Speravo che al ritorno dal paese mia madre avrebbe avuto notizie migliori per quanto riguarda mio zio Mario, ma a quanto pare è un osso duro e non molla, anche io ho consigliato di mettere un avvocato, ma si sa ci vogliono i soldi che non abbiamo.
Ho sentito Marina che vuole andare a lavorare, non se ne parla nemmeno, lei deve stare in casa ad aiutare mamma, noi siamo quattro maschi non può farcela da sola, dovrò usare i metodi forti con lei non si piega, ma la piegherò io.

Capitolo 12

Questo articolo è stato scritto e pubblicato da Nerina Piras.

MARIO
Stefano è morto, mi spiace lo conoscevo da quando eravamo bambini, certo troppo giovane morire così, forse chiamerò mia sorella per farle le condoglianze, ma se chiamo sicuramente mi richiederà dell’eredità, uuuh non so! Mi sa che sto qui buono buono, faccio finta di niente, no non la chiamo!

FRANCESCA
La cosa più terribile è stato dirlo ai ragazzi, sono rimasti sconvolti, forse non se lo aspettavano nemmeno loro, certamente la vita per noi sarà diversa, i ragazzi dovranno tutti andare a lavorare, Marina non ha l’età però mi potrà aiutare in casa con i maschi, la scuola può attendere per ora dobbiamo tutti rimboccarci le maniche.
Io sono distrutta dal dolore e dalle preoccupazioni, dovrò anche io trovarmi un’occupazione, ma cosa!!! visto che ho la 5 elementare e non so fare nulla.
Certo non mi arrendo, la vita è dura ma io sono ancora più dura della vita

PAOLA
Sono tornata ora, che sollievo essere nella mia casa, lontano dalle disgrazie e dispiaceri, Mi sono sempre lamentata della mia vita in città, ma a confronto di quello che sta passando ora Francesca, è meglio che non mi lamenti più.
Certo che nostro fratello Mario poteva fare almeno una telefonata, è proprio uno zotico campagnolo, sempre con la paura che gli levano la “roba”, che poi è anche nostra, ora voglio vedere se manterrà il suo diniego a l’eredità che ci spetta, ora Francesca ne ha proprio bisogno, e lui si deve rendere conto che non è il padrone di tutto.
Conoscendolo non ci metterei la mano sul fuoco.

MARIO
Alla fine Francesca non l’ho chiamata, Teresa mi ha sgridato, mi ha dato dell’insensibile, non capisce che ho solo paura che queste due, ritornino alla carica, è una vita che se ne sono andate e per tanto tempo non si sono fatte sentire, no che me ne importi nulla, ma adesso Francesca è in momento particolare e non vorrei rivedermela in giro per il paese a reclamare chissà che, intanto Teresa è una pentola di fagioli.
Ho chiesto consiglio ai figli, Fabio, mi rispecchia in tutto e mi ha detto che a loro non spetta nulla, Luigi è preso dal suo mare e dalle sue barche, nemmeno si è degnato di rispondermi, Maria orami felicemente sposata non ha voluto sapere nulla, l’unica che ha avuto da ridire è stata Stella, la mia piccolina che ora tanto piccolina non è, ha un bel carattere, e mi ha sgridato, primo perché non ho fatto le condoglianze alla zia Francesca, poi perché secondo lei e secondo la legge l’eredità va sempre spartita con tutti i figli sia maschi che femmine.
E piccola non ha ancora capito come ci si deve difendere dagli attacchi della vita, ma crescerà e cambierà idea, sono sicuro

FRANCESCA
Speravo in un aiuto da parte dei miei ma sono rimasta come sempre delusa, vedrò come risolvere il problema del sostentamento, andrò da una signora a fare le pulizie, Marina resterà a casa a guardare i fratelli, questo è il suo ruolo.

MARINA
Mio padre è morto, forse non me lo volevano far sapere, erano tutti strani quando passavo io. Finalmente hanno deciso di dirmelo, ho pianto? si! ma ero più che altro frastornata, non mi sono resa conto di quello che voleva dire essere orfani di padre, più che dolore ho provato un grande vuoto, lui non era molto presente in casa, però con me era diverso, mi coccolava, mi voleva bene, non che agli altri non ne volesse. ma con me era particolarmente gentile e tenero, credo che mi mancherà questo, per ora sento solo un gelido vuoto.
Oggi mia madre mi ha fatto un discorsetto, mi ha detto che ora che lei deve andare a lavorare, io devo prendermi cura della casa e dei fratelli, li devi “servire”, ha detto proprio così, io l’ho guardata, non ho riso per rispetto, ma pensare che io “devo servire” i miei fratelli non mi passa per la testa.
Sono stata zitta, ma per la miseria vedrai se servirò i miei fratelli, ma non le hanno le mani come me! Sicuro che io non ci penso nemmeno a “servirli”, solo Giulio si è fatto una risata e mi ha detto che lui da me non voleva nulla, ma anzi si metteva a mia disposizione per qualsiasi problema. Lo adoro!