
“Cromatismi a Montauro, tra natura e architettura”
Quello da me disegnato è il portale di un ex palazzo nobiliare all’interno ho collocato la vista del famoso scoglio di Pietragrande che si trova lì vicino
Ho sostituito la chiave dell’arco con lo stemma araldico del paese e ho fatto scendere in alto a sinistra, delle foglie dorate di alloro, simbolo di immortalità….




L’intramontabile fascino della “Natura”
Nel corso della sua attività, Paolo Ferroni ha attraversato varie tematiche di rappresentazione nonché stili diversi, sempre però all’interno delle sue esperienze di studio e delle sue passioni estetiche, che nascono con l’Impressionismo, attraversano le Avanguardie fino ad arrivare al “Segno” degli anni ’60 e quindi dal “Naturalismo Postimpressionista” all’astrazione cosiddetta espressionista. Gli alberi però hanno sempre esercitato in lui un interesse profondo, non intellettuale ma sentimentale, non conoscitivo ma emozionale: il puro piacere di cogliere il messaggio della natura e degli “alberi” secondo un sentire che, in fondo, è quello del “Romanticismo storico”! Nella raccolta di opere esposte nell’ambito delle “Mille piroette”, l’autore si sente pienamente “paesaggista”: i disegni presentati fanno parte di una raccolta di 90 lavori prodotti in un anno (agosto 2020- agosto 2021), – realizzati rigorosamente “EN PLEIN AIR”, – con la tecnica della matita-carboncino su carta, – in formati che vanno da cm 30 x 40 fino a 70 x 90. I tempi di esecuzione vanno da 3 a 9 giornate per 3 ore, a seconda del formato e delle condizioni di luce. Il segno è piuttosto libero e contrastato, non accademico ma espressivo!

Chi sono
Paolo Ferroni è nato a Roma nel 1953
Ha frequentato il liceo artistico sotto la guida di valenti professori e artisti: Gaetano Castelli, Franco Piruca, Elena Felici, Armocida, Mazzacurati, Caccetta. Si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Via Ripetta a Roma sotto la guida del Maestro Franco Gentilini e di Maurizio Canale (pittura), Arnoldo Ciarrocchi (incisione) e Antonio del Guercio (storia dell’arte).
La sua pittura spazia senza distinzioni intellettualistiche tra figurazione, astrazione e astratto, sempre partendo da un profondo interesse per la realtà naturale, soprattutto degli alberi e del paesaggio, interpretati e trasfigurati secondo la sua cultura figurativa che, partendole dall’impressionismo, attraversa le diverse esperienze dell’arte dalla fine dell’800 alle Avanguardie, sino al segno e al materico degli anni ‘60.
In questo periodo è particolarmente interessato alla pittura “en plein air” e alle suggestioni coloristiche e romantiche di cui la “natura” è simbolicamente portatrice. Ha partecipato a diverse esposizioni, sia personali che collettive.
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