Questo articolo è stato scritto e pubblicato da Nerina Piras.

STELLA
Ora che ho conosciuto Marina mi è venuto il desiderio di trasferirmi nella sua città, Napoli, così potremo frequentarci e conoscerci meglio, è bello scoprire di avere una cugina così simile a me anche come idee e pensieri, ne ho parlato con mia madre al telefono e mi ha sostenuta, invece mio padre è stato molto freddo, quasi gli è dispiaciuto che sto cercando di coltivare questa parentela, ai miei fratelli nemmeno l’ho chiesto loro sono sottomessi a mio padre, anzi forse Luigi è differente, lui ha altre idee non è rimasto così chiuso con la mentalità paesana.
Mi sarebbe piaciuto conoscere anche mio cugino Paolo, ma l’ho visto appena al funerale e so che ora è già partito per San Marino dove vive ora, so che sta facendo fortuna, sono contenta per lui, visto che mio padre ne ha parlato sempre male, come se fosse uno sfaticato e una persona leggera, a me è sembrato molto serio. Gli altri cugini non me li ricordo nemmeno erano talmente presi dal loro dolore che quasi non si sono accorti della mia presenza.
MARINA
Mia cugina Stella si è trasferita qui proprio vicino a me, è bello scoprire una parente con cui scambiare due parole, io ho tre fratelli ma non si ha la stessa confidenza che si potrebbe avere con una sorella o appunto una cugina.
Siamo uscite assieme e mi è venuta a trovare in fabbrica dove siamo ancora chiuse dentro come animali, le ho parlato delle mie lotte delle 48 ore di lavoro senza interruzione, in una catena di montaggio, le ho raccontato di come eravamo controllate, di quanti minuti passavamo al bagno, di come ho abbracciato il movimento femminista, di come mi rispecchiavo in queste lotte, le ho raccontato di quando siamo andate a Roma a manifestare contro questi soprusi e queste ingiustizie, le ho raccontato di quando nel “salotto di Roma” a Piazza di Spagna, anche se eravamo autorizzate a stare lì, i celerini ci hanno “attaccato” noi ragazze, ma anche i nostri sindacati, quel giorno poi c’era pure Gian Maria Volontè che stava facendo le riprese, anche lui fu fermato e portato in questura, i nostri sindacati, in terra feriti, una guerriglia, proprio noi che cercavamo la pace e la giustizia, ma quale giustizia è quella che si accanisce contro pacifici lavoratori e picchia le donne indifese sedute in terra?.
Me lo sono chiesto e l’ho chiesto anche a lei, per sapere quale fosse il suo pensiero. Le ho raccontato di quando i proprietari della fabbrica di camiceria che stavamo occupando sono entrati e ci hanno sparato contro, di come fossi sconvolta di questo e di come ci si sente quasi oggetti e non persone con propria dignità mi è sembrata molto comprensiva, si mi piace Stella, diventeremo grandi amiche.
STELLA
Devo tornare a casa al più presto mio padre sta male, lo hanno ricoverato in ospedale, speriamo non sia nulla di grave, ho chiesto un’aspettativa al lavoro, un po’ per stare vicina a mia cugina a Napoli un po’ perché ora devo tornare al paese, spero di ripartire presto, significa che mio padre non è poi così grave.
Purtroppo, mio madre è morto, in così poco tempo nessuno se lo aspettava, mia madre è disperata non vuole che vada più via, ma qui ci sono già i miei fratelli, e l’aria che si respira è pesante per me, sento di non appartenere a questo mondo, il mio desiderio è di tornare a Roma al lavoro e poi da Marina.
MARINA
È morto mio zio Mario, il padre di Stella, mi spiace per lei, io quasi non lo conoscevo, mi fa rabbia che non abbiamo mai potuto parlare dei beni di famiglia con lui, non ne abbiamo avuto né modo né tempo, mi ero ripromessa di andare da lui con un avvocato per risolvere una volta per tutte questa faccenda, ma il tempo tiranno non mi lascia spazio, anche se ora siamo tornate al lavoro, la fabbrica ha riaperto, come si dice nel gergo “abbiamo vinto”, ma questa la sento come una vittoria di “Pirro”, infatti abbiamo avuto dei miglioramenti, orari di lavoro più decenti, ma per quanto riguarda la disparità tra uomo e donna, non ce ne sono stati, tutto è rimasto invariato.
Credo sia ora di cambiare aria, ho deciso che andrò via da qui per avere altre possibilità di vita migliore, in fondo non mi sento di appartenere a questa città né a questa fabbrica.
Voglio riprendere gli studi, la mia grande passione, la lettura, se voglio un cambiamento deve avvenire da me, la cultura cambia il mondo.
Forse andrò a trovare Stella a Roma, appena torna, ora so che si trova ancora al paese, la sento telefonicamente, sembra depressa, non so se per la morte del padre o per l’oppressione della famiglia che non vogliono farla ripartire.