Il Vecchio E Il Bambino

Questo articolo è stato scritto e pubblicato da Elena Dreoni.

Il bimbo coglie i fiori nel parco.
Non sa se loro vogliono essere colti,
ma lui non ci pensa nemmeno
e li coglie perché cantano così bene
la gioia che c’è nel suo piccolo cuore.
Seduto sulla panchina c’è il nonno.
È un nonno come tanti,
di quelli seduti sulle panchine.
Un po’ retorico, come del resto
lo è quel ragazzino che corre sul prato.
Certo, se potesse essere meno retorico
il nonno non se ne starebbe lì seduto
ad aspettare e a leggere sul giornale
come la vita scorre sempre uguale.
Magari correrebbe nel parco
col vento che gli scompiglia i capelli
o forse, visto che di capelli
ne sono rimasti pochi,
gli basterebbe sdraiarsi su quell’erba.
Gli occhi aperti sul cielo
e pensieri di gioia nella mente.
Il bambino che non sa niente
questo certamente lo sa
e quel disordinato mazzolino di fiori
che gli poggia sulle ginocchia
custodisce il loro segreto
e fa cantare il cuore del vecchio
che non s’è mai avvizzito.

Sogno O Son Desto

Questo articolo è stato scritto e pubblicato da Marinella Pucci.

Idealizzare un esperienza.
Immortalare dei momenti intensi.
Respirare come a voler rivivere quello che appartiene già al passato.
È stato detto:
Tutto passa.
Talvolta però lascia il segno.
Nuove pagine di vita da scrivere.
Soltanto che ancora non ho voglia
di smettere di pensare a te.
Anima splendida,
difficile da rimpiazzare.
Non è vietato sognare.
Allora io sogno di essere con te.
Senza luoghi, ne tempo.
Immortalati come in quadro,
che dona bellezza a chi lo guarda.
Fermo li, per chi vorrà soffermarsi,
Per un minuto.
Un ora.
Un giorno.
Un sempre.

Il Mio Terence

Questo articolo è stato scritto e pubblicato da Marinella Pucci.

La tenerezza e profondità di uno sguardo.
Un dolce sorriso.
I baci appassionati.

Le parole sussurrate che arrivano dritte al cuore.

Tu che non esistevi prima, hai arricchito e colorato un pezzo della mia vita.

Il cavallo bianco cede il posto alla moto nera rompante.

I capelli al vento.
Una leggera paura della velocità unita al sentirsi liberi e felici.
Vivere il momento senza piani ed aspettative.

La bellezza di due corpi che s’incontrano e si scambiano amore.

Si scrive la favola che racconta di due anime che si sono ritrovate in uno spazio senza tempo per amarsi e vivere nel qui ed ora.

Emozioni che resteranno eterne.
chiuse nelle memorie del cuore.

Capitolo 21

Questo articolo è stato scritto e pubblicato da Nerina Piras.

STELLA
Oggi mi sono svegliata presto, il tempo trascorre velocemente, la prossima settimana devo tornare al lavoro e pertanto devo prendere una decisione, ho parlato con mia madre, la quale mi ha dato sempre ragione sulla questione di mia zia Francesca, anche se non ha mai potuto avere voce in capitolo, ora però, mio padre è morto e tocca a lei prendere una decisione, sapere cosa fare, mi è sembrata titubante, come se avesse timore di qualcosa, non la capisco, ne avevamo già parlato e lei era d’accordo con me, ora questo voltafaccia mi spaventa.
Ne parlerò con tutta la famiglia oggi riunita per il Natale, ho bisogno di essere tranquillizzata, sia per me sia per Marina, la quale ha tante aspettative.

MARINA
Oggi è il giorno di Natale, sarei stata volentieri a casa con i miei fratelli, specie con Giulio, il quale mi ha chiamato e mi ha rassicurato su tutto, mi ha anche detto che qualsiasi cosa succede lui sarà sempre accanto a me, conto molto su di lui, no su Paolo il quale ha detto che a lui non interessa l’eredità dei nonni, certo lui ha raggiunto una certa stabilità economica, non ha bisogno di pochi spiccioli o di una stanza in questo paese dimenticato da Dio, Enrico al solito è rimasto indifferente, ma ha anche aggiunto che gli piacerebbe avere un posto al nostro paese che sta crescendo e diventando famoso per il mare, dove ora è preso d’assalto dai turisti, sicuramente ci vede un modo per guadagnarci su, sempre molto interessato al vile denaro.
Il mio desiderio non è l’eredità o la casa al mare ma avere giustizia per mia madre che ha tanto combattuto senza risultato. Oggi è il gran giorno.

STELLA
Sono un illusa ho creduto veramente di riuscire ad avere giustizia, invece è stato il peggior Natale della mia vita, è successo di tutto, mentre pranzavamo quasi in serenità, avevamo appena finito il dolce e stavamo conversando quando Fabio, con tranquillità come se non sapesse il motivo per cui eravamo lì, dichiara che: «se anche dovevamo qualcosa alla zia Francesca, lui avrebbe seguito le orme di nostro padre, anzi ne approfitto per annunciarti cara Stella, disse che visto che sei andata via di casa, non spetta niente neanche a te, qui ci ho lavorato solo io e qui è tutto mio, ne ho parlato con la mamma la quale è d’accordo, a Maria ho dato un po’ di soldi a Luigi ho comperato una barca, ed ora ti annuncio che tu sei fuori su tutto, fino a che vive mamma puoi venire in questa casa, ma dopo non voglio più sapere niente di te, visto che te ne sei andata, significa per me che non ti interessa la terra, la vigna e nemmeno la casa, non rimanerci male, ma non cambierò opinione. Non è per cattiveria ma per un senso di giustizia».
Si ha detto proprio così, ha parlato di giustizia proprio lui che mi stava buttando fuori casa, come se la storia si ripetesse, mio padre che caccia la sorella, non me lo sarei mai aspettato, quello che più mi ha fatto male è stata la decisione di mia madre, ma come è possibile un’ingiustizia del genere? Come puoi permettere che i tuoi figli vengano trattati così. Ho guardato Marina era più basita di me, certo non si aspettava quest’altra umiliazione, né per sé, né per me.
Abbiamo bisticciato, alzando la voce, ma gli altri fratelli erano come imbambolati, erano stati ipnotizzati anche loro, non li capivo, chiedevo, supplicavo, piangevo, e mia madre in tutto questo? Piangeva, ma taceva, piangeva e mi diceva «mi spiace», ma come ti spiace e non fai nulla per fermare questa discriminazione.?
Mi sono alzata da tavola imbestialita, vado da un avvocato ho detto, non finisce qui, vieni Marina andiamo via qui non siamo le benvolute…il colmo è stato che ci hanno lasciate andare.

MARINA
Non so, se sono più dispiaciuta per Stella, o, se per me, non sono riuscita a dormire dopo che siamo andate via e tornate a Roma con il primo treno, Stella ha pianto tutto il tempo, non sono riuscita a consolarla, sembrava che la “storia” si stesse ripetendo, ma questa volta era Stella “la figlia prediletta” di mio zio Mario che stava subendo un’ingiustizia.
Ho pensato il karma non sbaglia un colpo, tutto si ripete, dovrei gioire nei confronti di mio zio, ma per il colmo non lo sono.
Amo mia cugina Stella e sono dispiaciuta per lei, anche se la giustizia faccia il suo corso io non ne sono felice.
Ricordo le parole di mia madre “la vita porta sempre il conto”, ed ora la vita stava facendo il suo corso, solo che a soffrire non era mio zio che tanto dolore aveva causato nella mia famiglia, ma era la figlia, di cui io ero una grande amica, e non avrei mai voluto vedere il pianto e il dolore che questa Faida vecchia di anni si rivoltasse su di lei.
La storia è finita con una denuncia agli avvocati, la giustizia ha trionfato, Stella è riuscita ad avere la sua parte, io ho una stanza a disposizione a casa di Stella nel paese natio di mia madre.
Ma quanto dolore.

STELLA
La storia finisce qui, assieme a Marina, ci siamo rivolte ad un avvocato molto bravo, siamo riuscite ad avere una parte della casa che mi spettava, una stanza con bagno e cucina è stata lasciata a Marina, come eredità, come era giusto fosse fatto tempo addietro.
Non parlo più con i miei parenti, solo con mia madre piano piano stiamo riallacciando i rapporti.
Ogni anno io e Marina veniamo al paese in villeggiatura, qui ora non è più un paese dimenticato da Dio, ma è una località molto ambita dai turisti, e qui Marina ha incontrato l’uomo dei suoi sogni, un tedesco che viaggiava con un amico, peccato che l’amico era sposato.
Si sposeranno alla fine delle vacanze lui è un ingegnere e verrà a vivere a Roma, io naturalmente sarò la loro testimone.
Penso che la giustizia sia lenta nell’operare, ma giunge sempre al traguardo

MARINA
Questa è la fine della Faida durata una intera generazione, la giustizia alla fine ha trionfato, Stella ha avuto la sua parte di eredità, anche io ho avuto la mia parte, anche se piccola ora possono venire i miei fratelli se desiderano trascorrere una vacanza qui.
Paolo sicuramente non verrà mai, solo Giulio è stato felice e si è congratulato con me, mi ha fatto sapere che il prossimo anno verrà a trascorrere la vacanza al paese assieme alla moglie e alla figlioletta, e si nel frattempo si è sposato ed ha avuto una bambina bellissima.
Enrico, non ha commentato tutto l’accaduto, come al solito pensa solo a se stesso, ma va bene così specie ora che si è fidanzato.
Io mi sposerò a settembre alla fine delle vacanze, ho incontrato l’amore della mia vita, un ingegnere tedesco che ha deciso di trasferirsi a Roma, come testimone avrò Stella e Giulio mi accompagnerà all’altare.
La vita porta sempre il conto diceva mia madre, ma questa è una vittoria amara, l’unica cosa che avrei voluto sapere di questa ironia della sorte cosa ne avrebbe pensato mio zio Mario dell’ingiustizia subita da Stella la sua “figlia prediletta”.
Ma la vendetta più dolce è stato incontrare mia cugina Stella e aver intrecciato con lei il più bel rapporto, quello dell’amicizia, dell’amore e del rispetto, quello che dovrebbe sempre esserci tra persone della stessa famiglia.

Capitolo 20

Questo articolo è stato scritto e pubblicato da Nerina Piras.

STELLA
Siamo alla resa dei conti, sono tornata a casa con tutte le buone intenzioni, voglio fare pace con mia madre e con i miei fratelli, mia madre commossa si è messa a piangere, mi sono commossa anche io insieme abbiamo pianto la nostra lontananza, ora che sono qui capisco quanto mi è mancata la famiglia, ho detto a mia madre che avevo invitato anche Marina a stare con noi e lei è stata subito d’accordo.
Ero al settimo cielo finalmente le cose si stavano sistemando per il giusto verso, solo che quando è venuta la sera, e Fabio è tornato a casa dalla campagna c’è stato un momento di imbarazzo, ha guardato Marina come se non la conoscesse, anche se in effetti forse non si erano mai incontrati, non è stato sgarbato ma nemmeno ospitale come mi aspettavo, anzi è rimasto piuttosto freddino.
Mamma ha invitato per la cena anche gli altri fratelli Luigi e Maria, Maria mi ha accolto con freddezza come se non fossi la sorella, solo Luigi è stato felicissimo e mi ha abbracciata e baciata, mi sono commossa di nuovo, lui ha accolto molto bene anche Marina.
Cena freddina ma in famiglia, chissà come si sentirà Marina.

MARINA
Mi sono imbarcata in questa avventura senza avvertire i miei fratelli, chissà se ho fatto bene, qui si respira un’aria fredda, mio cugino Fabio è il gelo in persona come tutta la sua famiglia, Maria sembra un’isterica, sempre a litigare con il marito e con la madre, mi sento un pesce fuor d’acqua, l’unico che si è dimostrato carino e simpatico è stato Luigi e la moglie, sono stati felici di accogliermi, mi hanno riempito di domande sulla mia famiglia, sembravano veramente interessati.
Domani telefono a mio fratello Paolo e sento cosa ne pensa, lui è il maggiore forse mi può consigliare, e sicuramente farò una telefonata anche a Giulio, ho proprio bisogno di sentire una parola bella, e lui non mi ha mai deluso.
Domani è un altro giorno si vedrà.

STELLA
Io e Marina abbiamo dormito nella stessa stanza, non abbiamo dormito molto ma parlato tanto, abbiamo parlato delle nostre impressioni, di come io mi sono sentita a casa solo quando c’era mia madre e di come invece mi fossi sentita non accolta quando è arrivato Fabio, anche lei ha avuto la stessa impressione, mi spiace avrei voluto regalarle un Natale speciale, in famiglia, finalmente cancellate tutte le faide dei nostri genitori, ma ho come l’impressione che non sia così, spero che domani vada meglio, ci sarà anche la moglie e i figli di Fabio, vedremo se loro saranno contenti di vedermi.

MARINA
Accidenti che freddezza da parte di Fabio, non me lo aspettavo, in fondo io e lui siamo cugini e le faide tra i nostri genitori non deve intaccare il nostro rapporto.
Speravo di trascorrere un Natale sereno, in famiglia, invece mi ritrovo in un’altra guerra, non voglio fare come mia madre ed essere cacciata via da questa casa che in fondo è quella di mio nonno e appartiene una piccola parte anche a me.
Abbiamo parlato tanto con Stella e lei mi dà ragione, sa che mia madre ha subito un’ingiustizia, e vuole ripagare, non so come riuscirà visto l’aria che tira qui.

Capitolo 19

Questo articolo è stato scritto e pubblicato da Nerina Piras.

STELLA
E sì la vacanza è finita siamo tornate, il ragazzo che ho conosciuto non è voluto venire in Italia, non era poi così innamorato, lui mi dice (da quello che sono riuscita a capire) che ama Londra, e non potrebbe vivere in nessun luogo che non sia questo paese, va beh, contento lui, anche io del resto non potrei vivere in un paese così grigio e fumoso, io amo il sole e la vita, e poi qui ho un lavoro che mi soddisfa
A proposito oggi con me è venuta anche Marina, l’hanno assunta come operatrice di computer, è brava, qui nessuno ancora sa dove mettere le mani, siamo abituate alla macchina da scrivere, lei invece sa cavarsela alla grande, farà strada qui.

MARINA
Oggi è il mio primo giorno di lavoro che emozione, mi hanno dato una scrivania e un pc, pare che sia l’unico pc in tutta l’azienda; eppure, è una grande azienda ed è famosa, possibile che solo io sappia usarlo? Un po’ sono spaventata e un po’ orgogliosa, voglio farmi valere, i colleghi e le colleghe sembrano simpatici e collaborativi, specialmente una ragazza carina mi si è avvicinata e si è presentata si chiama Cristina, è bionda con gli occhi azzurri come il mare, e un sorriso a trentadue denti che la rende particolarmente simpatica e attrattiva, sento che potremmo diventare grandi amiche, è come se la conoscessi da sempre, che strana sensazione, vedremo. Ci sono anche dei ragazzi alcuni si sono presentati, altri sono rimasti indifferenti alla mia assunzione, anche tra loro ho notato un ragazzo, più uomo che ragazzo, infatti aveva qualche capello bianco, affascinante, uuuuhhhh. Non voglio correre troppo con la fantasia.

STELLA
Sto ancora pensando al ragazzo che ho lasciato a Londra, chissà se lui sta pensando a me, alle prossime vacanze andrò a trovarlo, intanto a Natale io e Marina abbiamo deciso di andare al paese, io a trovare i miei e lei a trovare le sue radici, so che non le è rimasto nessun parente a parte noi, e noi non l’abbiamo proprio trattata come era giusto, infatti voglio mettere in chiaro una volta per tutte questa situazione, basta che le angherie di mio padre, e poi lui ormai non c’è più sono rimasti i miei fratelli ad occuparsi della azienda di famiglia, anzi credo solo Fabio, mentre so che Luigi aveva comperato una barca per portare a spasso i turisti, chissà se le è andata bene, da l’ultima volta, non ho più parlato con loro e loro non mi hanno mai cercata, voglio vedere se a Natale avranno il coraggio di cacciarmi come mio padre aveva fatto con la mamma di Marina.

MARINA
Il Natale si avvicina sto preparando le valige per andare nel paese di mia madre sono emozionata e spaventata, so che lei ha sofferto molto per il comportamento del fratello, cacciandola da casa dei nonni, e rifiutando di darle la giusta parte di eredità, quello che non capisco come anche mia zia Paola che vive a Milano non abbia mosso un dito per risolvere questa faccenda, possibile che la prepotenza di una persona debba prevalere sulla giustizia?, Mia madre è morta senza averla avuta questa giustizia, io riuscirò dove lei è fallita?
Di certo io ho la complicità di mia cugina Stella, ho le spalle coperte come si suol dire, ma sono comunque spaventata non sono un’eroina, ma voglio giustizia per lei che non c’è più, per i miei fratelli e anche per me, vedremo come andrà a finire.

Capitolo 18

Questo articolo è stato scritto e pubblicato da Nerina Piras.

STELLA
Mi sento soffocare, mia madre mi dà il tormento, mia sorella non fa altro che criticarmi e dirmi che resterò una zitella, non vogliono farmi ripartire, oggi ho chiamato Marina, lei vorrebbe trasferirsi a Roma, io la potrei ospitare in casa mia, sempre se riuscirò a partire da qui.
Una grande litigata l’ho avuto con mio fratello Fabio, il quale è impegnato nell’azienda di famiglia e vorrebbe che ne facessi parte come amministratrice, dice che lui non riesce tra i lavori dei campi anche a far quadrare i conti, ma anche se sarei in grado non me la sento di seppellirmi qui, gli ho suggerito di prendere a lavorare un ragioniere.
Ha iniziato a sbraitare, è venuto anche Luigi, e mi ha dato ragione, ognuno deve fare la sua vita senza essere condizionato dagli altri.
Pertanto, ho deciso grida o non grida me ne vado.

MARINA
Il mio desiderio di andarmene da questa fabbrica si sta realizzando, volevo licenziarmi ma avevo poi il problema di come mantenermi, ed ecco che ci mettono in “cassa integrazione”, vuol dire che ci pagano lo stipendio all’80 per cento, stando a casa, questa è la mia occasione…sono andata da Stella, la quale mi ha ospitato, e sono andata a cercare una scuola serale, voglio diplomarmi voglio andare a lavorare nella sua stessa grande azienda, sono consapevole del gran sacrificio ma riuscirò.
Ho lasciato la mia casa con i miei fratelli, tanto loro sono adulti e si sanno gestire da soli, lavorano e sono indipendenti.
Paolo, quando ha saputo che ero stata licenziata, mi ha di nuovo invitato a San Marino, ma non me la sento di andare così lontano e poi lui ormai è sposato ed ha un bambino, mi sentirei di troppo, Enrico al solito è sempre indifferente, non mi considera più di tanto, non ha fatto commenti quando gli ho riferito il mio progetto, solo Giulio, è stato contento, e mi ha spronato dicendomi «lo sapevo che alla fine avresti fatto questo passo, non ti potevi accontentare di questa vita, tu sei diversa«, l’ho abbracciato, commossa, ho pianto per la prima volta dopo la morte della mamma, pianto di commozione, il mio caro e dolce Giulio

STELLA
Quante cose sono cambiate da quando Marina si è trasferita qui, l’avevo accompagnata ad iscriversi ad una scuola serale per prendere il diploma, poi si è iscritta da un corso di inglese e di uno di operatrice di computer, ma dove trova tutta quella energia?
Ma sono contenta perché si sta per diplomare e poi andremo insieme a fare un viaggio in Inghilterra, sarà un’esperienza bellissima, mi trovo bene con lei anche se a volte la convivenza è pesante riusciamo poi sempre a trovare un punto d’incontro.
I miei non li ho sentiti più sono arrabbiati con me, ma uno dei miei progetti è tornare al paese con Marina e mettere in ordine la faccenda “eredità” che è sempre rimasta in sospeso, voglio che si faccia giustizia.

MARINA
Siamo finalmente su un aereo che emozione, è il mio battesimo dell’aria, stiamo volando e con noi volano tutte i nostri desideri e voglia di giustizia e libertà.
Per merito di Stella, al nostro rientro, sarò assunta nella sua azienda, è una grande soddisfazione per me, finalmente sono riuscita nel mio primo obiettivo, uscire dalla fabbrica e lavorare in una impresa come impiegata, non perché voglio denigrare il mio primo lavoro, ma sentivo che non era il mio posto, troppe discriminazioni, troppe lotte da sostenere ogni giorno contro le ingiustizie i soprusi, qui spero di trovare un posto sereno, dove non ci sono padroni con la frusta in mano pronti a controllarti quanto tempo stai in bagno, o pagarti la metà dello stipendio solo perché sei “femmina”, no non ci sto, ho lottato tanto, ma niente è cambiato in fabbrica, ora voglio un’altra vita, questa vita, questa che mi sta portando a conoscere il mondo, questo primo viaggio, non sarà il solo, volerò ancora per altri lidi per altri mondi, per conoscere le altre realtà, le altre genti, con mentalità diversa dalla nostra, si ho grandi progetti, ma il primo è visitare questa città Londra.

STELLA
Questa città è fantastica, qui mi sento un po’ provinciale, le persone sono disinibite, sciolte, calme e ordinate, no come in Italia e specialmente come nel mio paese, è bello passare davanti alle finestre degli abitanti e notare che nessuno si permette di sbirciare, non posso fare altro che paragonarlo al mio paese, dove tutti sanno tutto di tutti, Marina è entusiasta, sta sperimentando il suo inglese, ma se devo essere sincera con scarsi risultati, sono più le volte che sbagliamo strada, perché non ha capito, che quella che azzecchiamo, però mi sto divertendo, e poi ho conosciuto un ragazzo che …mamma mia che bello! Quasi quasi mi trasferisco qui, peccato che non ci capiamo per niente, perché io l’inglese proprio non lo so.
Abitiamo in una casa che ci costa un occhio ed è un tugurio, il bagno è in comune con gli altri, non hanno il bidè, che pizza, viva l’Italia! Nemmeno l’amore per quel bellissimo ragazzo mi farà mai venire voglia di abitare qui, troppo caro, troppo scomodo, ma affascinante, penso di tornarci, in vacanza però.

MARINA
Che esperienza meravigliosa, essere qui assieme a mia cugina Stella è fantastico, la città e multietnica, vedi attorno a te ragazzi e ragazze di tutti i colori, da noi se vedi uno “nero” non gli togli gli occhi da dosso tanto non siamo abituati, qui è un’altra cosa. E’ una mentalità aperta, nessuno fa caso a nessuno, da una parte non credo sia un bene, da l’altra trovo che qui puoi fare tutto ciò che ti pare senza essere giudicato da nessuno, che bello, e poi come sono ordinati, oggi siamo andate a prendere l’autobus quello rosso a due piani, emozionate ci siamo avvicinate alla porta per entrare, mamma mia che sbaglio, erano tutti in fila ordinata, ci hanno bacchettato, che figura …però non è più successo.
Quello che mi disturba di questa città è il clima, esci senza ombrello e torni a casa zuppa di pioggia, ma come fanno questi a vivere così, sarà che io amo il nostro clima, la nostra gente, il nostro mare.
Ma tanto la vacanza sta per finire, tra un po’ si torna a casa ed io inizierò questo nuovo lavoro assieme a Stella… forse…infatti si è innamorata di un ragazzo del posto conosciuto in un pub, e sospira sospira, chissà se tornerà in Italia con me, mi dispiacerebbe in fondo ora che ho trovato una cugina/amica mi scoccerebbe perderla, bah vedremo “se sono rose fioriranno” diceva sempre mia madre!

Capitolo 17

Questo articolo è stato scritto e pubblicato da Nerina Piras.

STELLA
Ora che ho conosciuto Marina mi è venuto il desiderio di trasferirmi nella sua città, Napoli, così potremo frequentarci e conoscerci meglio, è bello scoprire di avere una cugina così simile a me anche come idee e pensieri, ne ho parlato con mia madre al telefono e mi ha sostenuta, invece mio padre è stato molto freddo, quasi gli è dispiaciuto che sto cercando di coltivare questa parentela, ai miei fratelli nemmeno l’ho chiesto loro sono sottomessi a mio padre, anzi forse Luigi è differente, lui ha altre idee non è rimasto così chiuso con la mentalità paesana.
Mi sarebbe piaciuto conoscere anche mio cugino Paolo, ma l’ho visto appena al funerale e so che ora è già partito per San Marino dove vive ora, so che sta facendo fortuna, sono contenta per lui, visto che mio padre ne ha parlato sempre male, come se fosse uno sfaticato e una persona leggera, a me è sembrato molto serio. Gli altri cugini non me li ricordo nemmeno erano talmente presi dal loro dolore che quasi non si sono accorti della mia presenza.

MARINA
Mia cugina Stella si è trasferita qui proprio vicino a me, è bello scoprire una parente con cui scambiare due parole, io ho tre fratelli ma non si ha la stessa confidenza che si potrebbe avere con una sorella o appunto una cugina.
Siamo uscite assieme e mi è venuta a trovare in fabbrica dove siamo ancora chiuse dentro come animali, le ho parlato delle mie lotte delle 48 ore di lavoro senza interruzione, in una catena di montaggio, le ho raccontato di come eravamo controllate, di quanti minuti passavamo al bagno, di come ho abbracciato il movimento femminista, di come mi rispecchiavo in queste lotte, le ho raccontato di quando siamo andate a Roma a manifestare contro questi soprusi e queste ingiustizie, le ho raccontato di quando nel “salotto di Roma” a Piazza di Spagna, anche se eravamo autorizzate a stare lì, i celerini ci hanno “attaccato” noi ragazze, ma anche i nostri sindacati, quel giorno poi c’era pure Gian Maria Volontè che stava facendo le riprese, anche lui fu fermato e portato in questura, i nostri sindacati, in terra feriti, una guerriglia, proprio noi che cercavamo la pace e la giustizia, ma quale giustizia è quella che si accanisce contro pacifici lavoratori e picchia le donne indifese sedute in terra?.
Me lo sono chiesto e l’ho chiesto anche a lei, per sapere quale fosse il suo pensiero. Le ho raccontato di quando i proprietari della fabbrica di camiceria che stavamo occupando sono entrati e ci hanno sparato contro, di come fossi sconvolta di questo e di come ci si sente quasi oggetti e non persone con propria dignità mi è sembrata molto comprensiva, si mi piace Stella, diventeremo grandi amiche.

STELLA
Devo tornare a casa al più presto mio padre sta male, lo hanno ricoverato in ospedale, speriamo non sia nulla di grave, ho chiesto un’aspettativa al lavoro, un po’ per stare vicina a mia cugina a Napoli un po’ perché ora devo tornare al paese, spero di ripartire presto, significa che mio padre non è poi così grave.
Purtroppo, mio madre è morto, in così poco tempo nessuno se lo aspettava, mia madre è disperata non vuole che vada più via, ma qui ci sono già i miei fratelli, e l’aria che si respira è pesante per me, sento di non appartenere a questo mondo, il mio desiderio è di tornare a Roma al lavoro e poi da Marina.

MARINA
È morto mio zio Mario, il padre di Stella, mi spiace per lei, io quasi non lo conoscevo, mi fa rabbia che non abbiamo mai potuto parlare dei beni di famiglia con lui, non ne abbiamo avuto né modo né tempo, mi ero ripromessa di andare da lui con un avvocato per risolvere una volta per tutte questa faccenda, ma il tempo tiranno non mi lascia spazio, anche se ora siamo tornate al lavoro, la fabbrica ha riaperto, come si dice nel gergo “abbiamo vinto”, ma questa la sento come una vittoria di “Pirro”, infatti abbiamo avuto dei miglioramenti, orari di lavoro più decenti, ma per quanto riguarda la disparità tra uomo e donna, non ce ne sono stati, tutto è rimasto invariato.
Credo sia ora di cambiare aria, ho deciso che andrò via da qui per avere altre possibilità di vita migliore, in fondo non mi sento di appartenere a questa città né a questa fabbrica.
Voglio riprendere gli studi, la mia grande passione, la lettura, se voglio un cambiamento deve avvenire da me, la cultura cambia il mondo.
Forse andrò a trovare Stella a Roma, appena torna, ora so che si trova ancora al paese, la sento telefonicamente, sembra depressa, non so se per la morte del padre o per l’oppressione della famiglia che non vogliono farla ripartire.

Capitolo 16

Questo articolo è stato scritto e pubblicato da Nerina Piras.

STELLA
Ho sentito mio padre e mi ha detto che mia zia Francesca sta molto male, forse prendo il treno e la vado a trovare, così potrò conoscere anche mia cugina Marina, dicono che ci assomigliamo, so che i nostri genitori non si parlano ma noi non c’entriamo nulla con le loro beghe, a me le faide di famiglia non interessano, anzi vorrei conoscere tutti i miei cugini.
Ho sentito tanto parlare anche di Paolo, anzi all’inizio ne ho sentito parlare malissimo, ora invece dicono che sta facendo fortuna e che sta diventando ricco, è interessante, mi piacerebbe conoscere la sua storia, vorrei conoscere anche Giulio ed Enrico, voglio vedere con i miei occhi se è vero che Giulio assomiglia a mio padre.

PAOLO
Sono dovuto tornare a casa di corsa perché ho saputo che mia madre è in ospedale è grave, spero di fare in tempo a salutarla.

MARINA
È tornato Paolo ma troppo tardi mia madre è morta, è morta mentre io ero in fabbrica, mi sento in colpa, perché non me ne sono accorta che stava così male? Perché litigavamo sempre? Possibile che non abbiamo mai trovato un punto di incontro? sono spaesata, non so che fare, sono impegnata in una lotta sindacale e sono impegnata con la testa nella mia nuova situazione di orfana, ora anche di madre,
non so cosa farò della mia vita. Non mi rassegno a questo ruolo, se è riuscito Paolo a volare, volerò anche io.

STELLA
Oggi al funerale di zia Francesca ho conosciuto i miei cugini, certo non è stata una bella circostanza, ma è stato bello potersi abbracciare dopo tanto odio, ho chiamato mio padre e le ho dato la triste notizia, chissà se è davvero dispiaciuto, mi è sembrato indifferente, in fondo era sua sorella, non riuscirò mai ad entrare nella mentalità del paese, io sono diversa, voglio diventare amica di Marina, mi è sembrata una persona simpatica e disponibile alla discussione, aspetterò che passi un po’ di tempo ma dopo il funerale voglio rincontrarla.

MARINA
Paolo è ripartito, mi ha proposto di andare a vivere a san marino dove lui ora lavora, ha trovato una ragazza e presto si sposerà, io non posso abbandonare la mia casa, né le mie lotte, sono sempre più impegnata, credo nella giustizia umana e divina, e so che quello che sto facendo avrà un riscontro, ma intanto qui si soffre, dormiamo per terra con dei materassi che ci hanno procurato i sindacati, cuciniamo per tutte ma non è facile con tante teste che ragionano in modo differente e con abitudini diverse è un incubo, ogni giorno, doversi confrontare con le altre e con il mondo esterno è dura.
La cosa bella di tutta questa faccenda è che ho conosciuto mia cugina Stella, lei è la figlia di mio zio Mario che ha rifiutato l’eredità sia a mia madre sia a zia Paola, ma sento che lei è differente, capisce che siamo stati vittime di suo padre e di una sua grande ingiustizia.
Appena finisce questa storia della fabbrica, voglio rivedere la faccenda eredità, ne parlerò con i miei fratelli e vedrò di avere giustizia, lo voglio fare anche per mia madre che ha combattuto tutta la vita per questo.