Questo articolo è stato scritto e pubblicato da Nerina Piras.
MARIO
Sono stanco, il lavoro nei campi diventa sempre più faticoso, sarà anche per l’età che aumenta, la terra è arida, dà pochi frutti.
Francesca è partita con suo marito e i figli, bocche in meno da sfamare.
Paola ha conosciuto un ragazzo e anche loro hanno deciso di andare via da questa terra, meglio così, tanta gente in meno, rimangono i miei genitori da accudire, ma a quelli ci pensa mia moglie.
Ora i figli piano piano crescono e tra un po’ avrò il loro aiuto.
Non ho un rapporto di grande amore con le mie sorelle, forse perché sono delle femmine ed io essendo il più grande in famiglia e per giunto maschio, ho nei loro confronti una responsabilità ma per quanto riguarda l’affetto, non so cosa sia, in fondo anche i miei genitori sono stati aridi di carezze e baci, e questo retaggio me lo porto dietro anche con i miei figli, che sto crescendo con rigore e ordine.
FRANCESCA
La vita nella grande città è caotica, non sono abituata a tutta questa gente che corre corre e non si sa dove va, qui l’unica cosa positiva è che le persone non le conosci tutte e quindi non stanno sempre lì a spettegolare.
Io poi non ho tempo di badare alle chiacchiere è da poco che abito in questa città e sono di nuovo incinta, fa caldo ed è faticoso.
Fortuna che Stefano, ha trovato un buon lavoro, infatti è nel comune di questa città e si occupa dei bagni del mercato comunale, guadagna quel tanto per mantenere questa famiglia decente.
Forse dalla grande città mi aspettavo di più, io poi essendo donna non posso andare a lavorare devo badare ai figli, che tra un po’ saranno tre.
PAOLA
Ora che mi sono allontanata dalla mia famiglia, mi sento sola, mi mancano i miei genitori anche se non sono mai stati prodighi di carezze e di affetto, mi manca persino mia sorella, le sue sfuriate, le sue litigate, la città è del nord e qui le persone sono fredde, non riesco a fare amicizia con nessuno, mi vedono come una bestia rara mi chiamano “terrona”, io soffro molto, mio marito è sempre in fabbrica a lavorare ed io sono sempre più sola, spero di rimanere presto incinta, così potrò occupare il mio tempo con un bambino.
Qui a Milano ora è qui che vivo, è tutto grigio mi manca la visione delle campagne e il mare che si vede in lontananza, mi manca la vigna dove mi andavo a nascondere quando dovevo scappare da quella furia di mia sorella, mi mancano le amiche della scuola, anche se ho frequentato solo la terza media, amavo studiare e a fare di conto, purtroppo la scuola era per noi un lusso che non potevamo permetterci, meno male che almeno ci hanno permesso di imparare a leggere e a scrivere.
MARIO
Oggi ho portato mio figlio più grande nei campi, meglio se impara subito come è dura la vita, non voglio che diventi una femminuccia, è sempre in giro a giocare con la sorella, la quale dovrebbe aiutare la madre nelle faccende, ma questi figli moderni non li capisco proprio, ma ci penserò io ad addrizzarli con la cinta se ce né bisogno.
Mia moglie è sempre troppo debole.
Purtroppo, sono fuori quasi tutto il tempo e quando torno devo subire il baccano che fanno e mi innervosiscono, da domani le cose cambieranno, oltre a Fabio ormai novenne, penso di portare anche Luigi 8 enne nei campi.
Avranno meno voglia di giocare e di rincorrersi dopo che saranno tornati dai campi.
Luigi vorrebbe andare a scuola, ma figurati ha frequentato già la terza elementare basta e avanza per quello che serve nella vita.
FRANCESCA
È nato un altro maschio, Enrico, avrei tanto voluto una bambina, da grande mi avrebbe potuto aiutare, invece la vita è dura.
Ho fatto amicizia con la mia vicina di porta, questo palazzo è alto cinque piani, ed io abito all’ultimo, fare le scale con tre bambini è faticoso.
Stefano sempre di più invita amici e parenti, è una persona socievole e generosa, la casa è sempre piena di allegria, non si accorge della mia stanchezza, basta che suoni la chitarra e canta ed è tutto felice.
La mia vicina sposata anche lei ha un solo figlio, maschio, ma abita con la sorella che ha un marito e due figlie.
Mi chiedo come entrano due famiglie in una casa di due stanze da letto, una cucina e un solo bagno, ma si sa qui in città e in questo quartiere le case scarseggiano, le famiglie si devono arrangiare.
Io sono contenta di avere un appartamento tutto per me, per me e i miei tre figli, anche se devo dire che stiamo un po’ stretti anche noi, ma certo non posso lamentarmi.
PAOLA
Ho nostalgia della mia terra, qui mi sento discriminata, mi chiamano “Terrona”, forse non davanti a me, ma li sento sussurrare appena possono.
Pensare di far crescere le mie figlie in questo ambiente mi spaventa, e sì perché ora ho due figlie, per loro voglio una vita diversa dalla mia, voglio farle studiare e voglio vederle realizzarsi come non ho potuto fare io nella mia amata terra.
So che un giorno tornerò lì e finirò lì i miei giorni assieme a mio marito.