IL ROMANZO L’ APE REGINA DI MARIATERESA FIUMANÒ E MARIANGELICA MAODDI SARA’ PRESENTATO AL SUO ESORDIO IL 17 MAGGIO ALLE ORE 18.00 PRESSO TEMA – IN VIA DI PORTA ARDEATINA, 119 ROMA
Nel romanzo la protagonista Graziella è una bella donna ed estremamente egoista. Abile e ambiziosa scenografa, molto presa da sé stessa sia sul lavoro che in famiglia manifesta comportamenti tipici della “sindrome dell’ape regina” alla quale tutti devono obbedire e riverire.
Improvvisamente viene colpita da un ictus che le paralizza una metà del corpo e le rende impossibile parlare. Con la malattia le sue caratteristiche caratteriali invece di regredire si accentuano e la sua cattiveria arriva al punto di farle commettere un delitto. Esiste realmente la sindrome dell’ape regina descritta nel romanzo? Una sindrome è un contenitore di più situazioni e sintomi che caratterizzano comportamenti e vissuti di alcune persone, è una metafora per comprendere meccanismi nevrotici di relazioni che risultano tiranniche e/o patologiche. Gli episodi che si susseguono nelle storie di vita descritte nel romanzo possono essere interpretati in diversi temi e analisi ed alcuni sono effetti di abusi vissuti durante l’infanzia. La protagonista reitera la sua condizione di sofferenza attraverso ricatti ed angherie con le persone più intime e in tanti contesti relazionali sia amicali che lavorativi. Il romanzo descrive l’attualità dell’emancipazione femminile che può essere intesa come un’affermazione paritetica o come tentativo di ribellione alla sottomissione del genere femminile in risposta alla sopraffazione maschile che si perpetua nei secoli. La posizione della donna quale vittima prevalente, si riscontra oggi nei tanti episodi di femminicidio e porre il problema dell’aggressività al femminile sembrerebbe un’analisi molto provocatoria. L’emancipazione del femminile può essere intesa come un adeguarsi al modello proposto agli uomini, prevaricante e traslato sulle donne e non può costituire un vero cambiamento che è invece sistemico. Nel romanzo anche il ruolo genitoriale della protagonista è ingombrante e tragico.