Nonna

Questo articolo è stato scritto e pubblicato da Nerina Piras. 

Essere nonna, una parola che racchiude in sé mille emozioni.

Basta un momento per sentire il tuo cuore battere all’unisono con il suo.

Vedere tuo nipote dormire accanto a te, sentire/vedere il suo piccolo cuore che batte, le sue manine, così perfette, così piccole e sentire quel miscuglio di meraviglia e di emozioni che ti da solo a guardarlo dormire o a sfiorarlo per non svegliarlo, per bearsi ancora del suo respiro del suo odore del suo piccolo essere, ma così grande per le tue emozioni, per le sensazioni che ti da solo a sentirlo respirare.

Sapere che quando ti guarda, e quando ti sorride ti trasmette in un attimo tutte le emozioni del mondo, una carica che nemmeno potevi immaginare. Il figlio di tuo figlio, ti riporta ai momenti vissuti in altri tempi, quando questo padre, ora così orgoglioso, era lui un bimbo stesso, tanto tempo fa 41 anni per la precisione.

Ti chiedi: anche allora hai provato le stesse emozioni? sicuramente sì ma erano emozioni divise con la preoccupazione; di crescerlo; di educarlo; di non fargli mancare nulla.

Ora invece è diverso, via la preoccupazione, è rimasta solo la gioia di sentirlo ridere, di vederlo mangiare, di vedere come scopre il mondo, di vedere i suoi primi passi, come gioca con te.
Certo le forze sono diverse, ora la schiena non si piega più come una volta, ma tu lo fai lo stesso, con fatica ma lo fai.

Lo prendi in braccio quando allunga le sue di braccia per farsi prendere e senti di avere nelle tue mani il mondo intero racchiuso in questo essere così piccolo, così indifeso, così immenso, e lo stringi nel tuo cuore, perché non ci sono parole per descrivere tutto questo, bisogna solo provarlo.

E perché non ricordare il momento in cui hai scoperto di diventare nonna?

Ti hanno regalato un “ciuccio” della Chicco e lo hai guardato senza capire… poi un lampo!! diventerò “nonna” lo avevo tanto desiderato!! E poi ancora vedere quella pancia che cresce e sapere che lì è racchiuso quel piccolo essere, che già vive, e ascolta tutto ciò che poi scoprirà con la nascita.

E poi l’attesa in ospedale con i parenti di lei e i nostri, le camminate per i corridoi, in attesa della tua venuta, le restrizioni a cui ci dovevamo abituare per colpa del “Coronavirus” e già sei nato nel 2020 anno che si ricorderà nella storia.

Poi ecco che finalmente nasce questo “miracolo” e ti portano dentro una incubatrice, per via del “famoso virus” e non possiamo toccarti, ma solo ammirare attraverso la teca, come un tesoro prezioso, ed aver voglia di stringerti così bello così distante ma così vicino.

Grazie di esistere mio piccolo grande tesoro.