Messico

Questo articolo è stato scritto e pubblicato da Nerina Piras

Cara Anna,

ecco che sono di già di nuovo a scriverti, sono appena arrivata a Città del Messico, era questo il mio punto di destinazione dove devo svolgere questi lavori di volontariato.

Ti ho scritto subito appena arrivata qui perchè tu naturalmente non potevi rispondere alla mia lettera precedente, infatti la stavo scrivendo poco prima di partire e non avevo ancora l’indirizzo di arrivo da comunicarti o dell’albergo dove avrei soggiornato.

Per questo motivo ti riscrivo di nuovo, vorrà dire che ti troverai due lettere che ti perverranno assieme.

Spero almeno che ti faccia piacere, perché come ti avevo già accennato l’altra volta in questo viaggio ti racconterò effettivamente tutte le bellezze che incontrerò in questo magnifico stato.

Sono in Città del Messico, la capitale, ed è forse la città più caotica, più variopinta, più piena di allegria e umanità, dal centro che è bellissimo con la sua cattedrale metropolitana costruita dai Conquistadores spagnoli e il Palazzo nazionale dove nel suo interno sono custoditi gli storici murales di Diego Rivera * (nota)

Ora non voglio annoiarti con chi è questo Diego Rivera, ma voglio raccontarti la mia entrata in questa cattedrale e la sensazione che ho provato davanti a questa magnificenza, non ti parlerò della bellezza, quella la puoi immaginare anzi spero che tu un giorno la possa ammirare con i tuoi occhi.

 Quello di cui voglio parlarti è la sensazione che  ho avuto entrando dentro, era quasi buio si vedeva appena solo da parte di spiragli che pervenivano dai finestroni , c’era tanta gente raccolta in preghiera, è stato un momento mio di raccoglimento , anche se è vero che non sono cristiana ma pratico la filosofia buddista, come tu già sai, però in quel luogo così magico ho sentito dentro tutta la magia del luogo, mi sono guardata intorno e ho visto nei volti delle persone chi una lacrima, chi una preghiera, chi solo il silenzio pieno di rumore.

In quel magico momento sarei voluta entrare dentro l’anima delle persone che erano lì, mi sarebbe piaciuto sondare i loro pensieri, le loro preoccupazioni, e capire cosa li muoveva, cosa cercavano in quella solitudine, cosa chiedevano a Dio, come pregavano il loro Dio in quell’immensità di quella cattedrale così bella e così imponente.

Naturalmente le mie domande sono rimaste senza risposta, non potevo certo fermare le persone e chiedere cosa passasse per la loro mente, cosa desideravano, che cosa si aspettavano dalla vita, così alla fine sono uscita quasi trasognata da questo incontro con la cattedrale così bella.

Uscita fuori sono stata abbagliata dalla luce del sole e ho continuato a guardare la gente, perché in fondo è quello che a me interessa, tanto è vero che il mio desiderio è andare nell’interland di questa città dove sorge la vita vera con le sue “favelas” e i suoi “barrios” pieni di umanità, questa città è la più densamente popolata ed è posta così in alto che si trova a ben 2.250 Kilometri

Naturalmente i miei amici collaboratori non vogliono mai portarmi in quei luoghi, la volta scorsa non sono riuscita. questa volta farò in modo di andare, anche se effettivamente ho un po’ di paura.

Devi sapere che fuori del blindato paradiso borghese, le “favelas”sono separate da un alto muro, così che queste due realtà non entrano quasi mai in contatto. Ed è interessante sapere di questa una grande contraddizione dove ci sono i ricchissimi residenti e più di 60milioni di poveri che vivono al margine in questi “Slum”, dove il degrado e la delinquenza regna sovrana.

Certo solo per visitare questa città con i suoi più attrattivi luoghi ci vorrebbe un mese intero, che io non ho.

Sicuramente farò una visita al Museo di Antropologia, dove si trovano i manufatti Maya e tanto altro, poi non vorrò perdere il Castello di Chapultepec, qui si trova il museo della storia, di cui sono appassionata.

Non so se riuscirò a tornare alla Piramide del Sole, il tempo è avaro.

Per quanto riguarda la temperatura, qui è gradevole, per fortuna qui il giaccone non lo porto mai solo la sera magari un piccolo maglioncino ci vuole ma non mi lamento, anche perché non sono capitata quando la piovosità è maggiore, ma come tutti i posti abitati dall’uomo anche qui hanno rovinato l’ecosistema iniziando dai laghi e con essa tutta la fauna lacustre. Mi raccontano che sono spariti anche i cervi, peccato!

Ma il male peggiore è stato l’accrescere dell’attività industriale, rendendo il Messico una delle più regioni contaminate del pianeta.

Mi farebbe piacere sapere se tutte queste notizie ti annoieranno, mi aspetto da te una lettera di risposta per sapere cosa ne pensi di tutti i miei scritti.

Io amo il Messico con la sua storia anche se cruda dove ci sono i primi indizi addirittura dal 9.500 al 7000 AC. con grande fioritura di villaggi. La sua decadenza e pertanto il suo sviluppo terminò con la conquista spagnola.

Per ora mi fermo qui, ti mando il mio indirizzo e il numero di telefono anche se spero in una tua missiva così potrò leggerla nei momenti di riposo.

L’albergo che mi ospita è molto bello e confortevole, ti mando alcune foto dove potrai ammirare ogni luogo che incontro, la bellezza di questa città.

Un caro saluto Marisa

*Diego Rivera nato a Guanajuato, 8 dicembre 1886 – Città del Messico, morto 24 novembre 1957, è stato un pittore e muralista messicano di ideologia comunista, famoso per la tematica politica e sociale delle sue opere realizzate in gran parte in edifici pubblici, soprattutto nel centro storico di Città del Messico (Epopea del popolo messicano, 1929).

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