Storia Di Una Brava Persona

Questo articolo è stato scritto e pubblicato da Maria Seghenzi

Eccome qua, So io la brava persona, So Nerone, er pazzo, e voi ve chiederete: mbè che ce stai a fa qua?
Tu sei morto da quasi 2000 anni.  So sceso perché state a di che so stato un imperatore un po scemo, ma mica è tutta colpa mia. A me risulta che in famiglia, forse, ero quello con più giudizio.
Ma vedete, noi che siamo lassù, ogni tanto se innervosimo a senti tutte le cazzate che dite quaggiù, ed allora so sceso… più che altro per fare chiarezza… E mo me presento per bene: so Lucio Domizio Enobarbo, so nato ad Anzio (prima dello sbarco degli americani) il 15 dicembre del 37 D.C. e so l’ultimo imperatore della dinastia Giulio Claudia. La prima a regge l’impero Romano. Mi madre Agrippina minore era un gran manipolatrice ed era pure tanto ambiziosa. Per una poltrona de potere avrebbe fatto carte 48, infatti congiurò anche contro suo fratello Caligola… nantro bono.
Ce teneva tanto a famme diventà Imperatore, perciò convinse l’allora Imperatore Claudio, che era suo marito, e pure suo parente, ad adottamme. Dopo che l’ebbe convinto… pensò bene di avvelenallo cosi potevo diventare io imperatore.
Me cambiò er  nome e me fece chiamà Nerone, e, per famme capì quarche cosa de sto mondo, me affidò a Seneca, che era un gran brava persona. Poi, Ero ancora ragazzino e me fece fidanzà con Ottavia, figlia di Claudio, che ancora non sapevo dove mettere le mani….. ed altro pe completà l’opera me ce fece sposà con Ottavia.
Pure stò matrimonio era tutto in famiglia. Fui il più giovane Imperatore, avevo 17 anni ed ero circondato da tre figure…
a di poco ingombranti: mi madre Agrippina minore, Seneca ed il Prefetto al Pretorio Burro. Io non so stato mai cattivo, un po’ matto si,    ma non cattivo, a me me c’hanno fatto diventà… cattivo intendo. Io so er pazzo?, però amavo le arti, la musica e la danza, tenevo un animo gentile, ma quando te ritrovi una madre ambiziosa , possessiva ed intrallazzatrice, non te rimane altro da fà che ammazzalla. Ed è quello che ho fatto io dietro suggerimento de Poppea….
Si perché dovete sapè che morto Claudio, io ripudiai la figlia Ottavia, che a dì la verità non m’ aveva mai attizzato, e mi misi con Poppea. Ch’era tutta nantra cosa. Stava sempre dentro la vasca da bagno a fasse bella e morbita, e poi c’aveva na pagottata de roba. I posteri ricordano i  miei primi 5 anni di governo come il quinquennium   Neronis,   forse perché ero aiutato da Seneca o forse perché ancora non facevo tante matterie. Furono anni di buon governo, e visto che ero pazzo, feci leggi che alleggerivano le tasse (magari le facessero anche oggi) ed aiutai a vive meglio le classi più povere.
Riuscii a preservare l’arte, la musica e la danza. Me ricordo che i più alti dignitari e quasi tutto er popolo erano entusiasti de me. Ero ricchissimo, giovanissimo e potentissimo. Davanti a me tremavano tutti, sapevano che se solo cominciavo a matteggià, erano guai per tutti. E considerato che ero il matto che cercavano … dissero che diedi foco a Roma… ma non è vero… non è possibile… Io in quei giorni ero ad Anzio a visità i parenti. E’ vero che de botte da matto ne ho fatte tante, ma da qui e da foco a Roma mia……ce ne passa….( ma, non è che già allora bruciavano i cassonetti dell’immondizia?).
Sta di fatto che finito l’incendio, feci costruì una mega villa co tanti porticati, tutta rivestita d’oro e gemme. Con soffitti in lastre d’avorio. La sala principale poi girava come la terra giorno e notte. C’erano parchi, boschi, e giardini….. Era immensa…. Aho, se nun ce credete andatevela a vedè “la mia Domus Aurea“, guardatela  bene ancora oggi a secoli di distanza  s’è conservata che è na magnificenza. Certo quando me incolparono dell’incendio, pe difenneme, che potevo fa?, feci proprio una cosa da matto….. insieme ai miei consiglieri diedi la colpa ai cristiani….. che erano una piccola setta da poco venuta in città. Li perseguitai, li diedi in pasto ai leoni… Feci una strage… e fra quelli che feci ammazza, me sembra, che ce capitarono pure S.Pietro e S.Paolo…( che ancora adesso non me spiego come hanno fatto a portamme lassù )
…che altro potevo fa.?  “Ma ogni malaffar a poco durar dice il proverbio “. Cosi pure il mio malaffare durò poco ed i miei collaboratori pe non perde er posto me volevano vede morto. Così con un ultima botta da matto me suicidai a soli 31 anni.
Ecco…. questa è la vera storia. Certo dopo tanti anni, molte verità se so perse pe strada, però ora che voi sapete tutto,  potete giudica……. E poi riflettete… con una famiglia così…. io potevo  essere sano de mente?

F I N E