Angelo Custode

Questo articolo è stato scritto e pubblicato da Sabina Piras.

Posso parlare con te anche se so che non otterrò mai risposta. Posso raccontarti i miei segreti più intimi perché so che non potresti scandalizzarti mai.
Riesco a vederti dovunque il mio pensiero sia rivolto a te e darti le sembianze più disparate.
C’è stato un periodo in cui mi ero illusa di averti incontrato in terra, mi ascoltavi, mi capivi, e quando esageravo mi davi anche qualche tiratina d’orecchi.
Sembravi reale, la voce calma e pacata di un caro amico, la fisionomia rassicurante di un vecchio saggio, le movenze di uno che non mi potrebbe mai far del male.
E la sicurezza di averti trovato in terra mi dava sollievo, con la certezza che con te al mio fianco avrei potuto superare qualsiasi avversità. Ti ritrovo a distanza di anni… o forse non ti ho mai perduto veramente, e devo dire che nonostante io mi senta molto più vecchia la tua visita improvvisa mi fa sentire ancora ragazzina.
Tu invece non sei cambiato neanche un po’, a parte il tono di voce più serioso, riesco di nuovo a scorgerti al mio fianco, forse tu prima di me hai compreso che non è ancora arrivato il momento per lasciarti, per dirti addio.
Ho ancora bisogno di te, delle tue prediche, le tue raccomandazioni. Ho un’età definita da molti adulti ma ogni tanto continuo a perdermi, e reclamo attenzioni, comprensione anche nonostante le cose poco consone che potrei pensare nonostante la mia non più tenera età.
Ho bisogno della tua presenza silenziosa al mio fianco, della tua forza, della tua calma. Ho bisogno di te… anche se non ti vedo.