Le Foglie D’Autunno

Questo articolo è stato scritto e pubblicato da Maria Carmen Brandi.

Amica mia…Amica mia….
Clara continua a guardare la carta da lettere, immagina che il foglio bianco con decorazioni floreali, possa comporsi delle parole giuste quelle adatte per rivolgersi a Beatrice. Pensa che scrivere una lettera su un foglio di carta possa sembrare, oggi un po’ fuori moda, perché è più comodo scrivere una e-mail che usare della carta. Lei però vuole fare un piccolo omaggio a Beatrice.
La cura della scrittura, l’inchiostro e la carta sono il simbolo di qualcosa di antico e di vero come la loro amicizia.
Clara guarda fuori dalla finestra, le foglie degli alberi hanno coperto le strade di Roma, l’autunno con insistenza si impone alle temperature troppo elevate per il periodo. Scherzi del clima …
Gli occhi tornano sul foglio, resta bianco.
Clara ricorda che all’inizio dell’autunno lei e Beatrice facevano progetti per l’inverno, cercavano la palestra giusta, il corso di ballo, controllavano i programmi dei teatri della città. …..

Da quando si conoscevano avevano scoperto di avere gli stessi interessi.
Si erano conosciute proprio in un autunno di qualche anno prima.
Un giorno arriva in ufficio lascia la borsa sulla scrivania, accende il computer, uno sguardo all’agenda, ma con la coda dell’occhio nota nella stanza difronte una macchia rossa sfuocata che va avanti e indietro dalla scrivania alla sedia di cortesia. Clara ne resta incuriosita guarda meglio e la macchia rossa prende le forme di un tailleur rosso, sotto delle scarpe eleganti col tacco alto, una silhouette sottile, è una donna che tiene in mano delle carte che sfoglia velocemente, poi si sventola impaziente.
“Chi sarà”. Si chiede tra sé.
Il tailleur rosso si incammina verso la sua stanza:
“Buongiorno sono Beatrice”, si gira e con un gesto indica l’altra stanza:
“Sono stata assegnata in questo ufficio, è il primo giorno”.
Clara prova subito una grande simpatia per questa donna così fiera e ne è felice, perché anche lei è nuova dell’ambiente.
Non riesce a capire perché, ma sente che con Beatrice può nascere una bella amicizia.
Clara ricorda che quella mattina è trascorsa velocemente.
Beatrice viene inghiottita dai convenevoli di ben venuto e dalle mille indicazioni del responsabile dell’ufficio.
Riesce ad incontrarla solo nel tardo pomeriggio la vede col suo sorriso e con un’energia che contagiava chiunque la incontrasse, questo la colpiva, perché la sua sensibilità le faceva capire che si trovava difronte ad una persona generosa e speciale.
Speciale…! Speciale…!
Clara pensa che avrebbe potuto iniziare la sua lettera proprio così:
Amica mia, Amica speciale…

Ma ancora una volta la penna si ferma…. Gli occhi si posano sulle sfumature del rosa dei petali dei fiori che decorano la carta.
Le viene in mente quando incontrava Beatrice dopo il lavoro e passeggiavano al tramonto per le strade del centro di Roma, l’azzurro del celo era sfumato di un colore rosa che diventava arancione in prossimità dei raggi del sole al tramonto.

La loro amicizia era iniziata così tanti racconti della loro vita e degli amori.
Quando Beatrice le raccontava come fosse riuscita dal niente ad arrivare a lavorare per una grande compagnia aerea, Clara ne restava affascinata.
Beatrice era stata sposata e aveva avuto tre figlie.
Quando parlava di loro si inorgogliva, diceva che erano molto diverse tra loro, ma riconosceva in ognuna un lato del suo carattere: determinata e testarda, timida e amorevole, sfrontata e frontale.
“Le mie ragazze”, le chiamava così:
“Sono proprio come me.
Le diceva.

Si fermavano a guardare qualche vetrina. Discutere delle nuove tendenze della moda, era un argomento che le distraeva dagli aneddoti di vita personale.
Questo argomento in realtà era solo il pretesto per parlare di cibi salutari e di come impostare un piano alimentare sano ed equilibrato.
Potevano stare delle ore così, sembrava che fossero le allenatrici di squadre di broccoli, di avocado e di spezie orientali dalle proprietà magiche che si contendevano il primato della salvezza dell’umanità.

E allora! Clara pensa, cosa non abbia funzionato? Tante discussioni sui cibi sani, sulla palestra, il corso di ballo, il movimento, i muscoli definiti.
Cosa non ha funzionato?
Una stretta al cuore, sente il suono di una sirena dalla strada che si confonde nella sua memoria con quello dello squillo del telefonino, è Beatrice.

Pronto Clara. “Ciaooo come stai? Come mai mi chiami a quest’ora”?
Ti volevo dire sai quella ragazza che abbiamo conosciuto alla scuola di ballo aspetta un bambino.
Clara ascolta in silenzio è perplessa,
“Poi, sai ho fatto quelle analisi e …”
Le sue parole risuonano nella mente di Clara …un tutt’uno con il suono della sirena.

Riguarda fuori, le foglie continuano a cadere, per strada una signora ben vestita, la borsetta stretta al fianco destro, il traffico di Roma, il via vai della gente.

Clara stringe le braccia intorno ai fianchi, un leggero brivido che non sa attribuire al caldo o al fresco dell’imbrunire.
Il foglio lì sulla scrivania, la penna e solo quattro parole:

Amica mia…Amica speciale…

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