“Io ho ritenuto e ritengo che le anime siano immortali… I Cattolici insegnano che non passano da un corpo in un altro, ma vanno in Paradiso, nel Purgatorio o nell’Inferno. Ma io ho ragionato profondamente e, parlando da filosofo, poiché l’anima non si trova senza corpo e tuttavia non è corpo, può essere in un corpo o in un altro, o passare da un corpo all’altro. Questo, se anche può non esser vero, è almeno verosimile, secondo l’opinione di Pitagora.”
GIORDANO BRUNO
INTRODUZIONE
Il romanzo: “Taormina” di Maria Teresa Fiumanò offre molte suggestioni e rimandi a diverse tematiche culturali, sia filosofiche, sia religiose ma anche psicologiche. In particolare, vale la riflessione attuale sull’angoscia di morte che pervade tutti noi, vissuto come un rifiuto dei limiti dell’esistenza,
Si aggiungono inoltre, la riflessione sull’amore, sull’erotismo in tutte le sue forme umane e, financo, il paesaggio risulta sensuale.
La stessa autrice mette in scena i protagonisti del racconto come esploratori simbolici che vanno oltre le barriere conosciute. Essi, sono medici e scienziati di un’epoca, quella attuale, in cui non ci sono certezze ed anche la scienza sperimentale è costretta superare i parametri del tempo, dello spazio e le condizioni di causa-effetto. In primis, la scienza della mente e la psicopatologia hanno considerato troppo restrittiva la condizione scientista della razionalità della coscienza, dando confini fluidi tra genio e follia. In passato si è limitata ad analizzare i soli meccanismi organici ed oggi ha tracciato nuovi orizzonti di percorsi possibili.
Personalmente ritengo che nel romanzo ci si rispecchi soprattutto nelle sensazioni che evocano i ricordi della mia infanzia all’ interno di un ambiente cattolico popolato da angeli protettori e da santi. Il soprannaturale mi è familiare ancora oggi, foriero di fantasie ed emozioni profonde che mi hanno accompagnato nella crescita ed oggi mi aiutano a ritrovare il senso dell’esistenza, a volte precaria, a partire dalle mie radici.
Lo studio critico della dinamica della mente si affronta oggi in una prospettiva evolutiva di dialogo a più voci. Tali discipline indagano o coordinano una varietà di modelli teorici della mente, dei rapporti interpersonali, della psicologia clinica, della psicopatologia e della psicoterapia a partire da Janet, da Freud, da Jung e dai diversi allievi ed altri non propriamente legati alla Psicoanalisi.
Tutti gli orientamenti citati assumono l’ipotesi che i legami affettivi della nostra vita quotidiana infantile e adulta, sono il risultato di una dialettica dinamica, in cui si strutturano e si destrutturano forze inconsce diverse, spesso in conflitto. Attraverso la Psicologia dinamica si indaga sul mondo esperienziale e relazionale dell’individuo, sia parentale e no, ed estende l’analisi alle matrici culturali alla quale l’individuo appartiene e ai problemi che possono sorgere tra la sua soggettività (quale persona unica e irrepetibile), l’ecosistema ambientale (ambiente umano e ambiente naturale) e sociale, tutti i contesti nei quali egli si è formato e ha vissuto. Lo stesso metodo psicoanalitico ha un carattere insieme introspettivo e di narrazione. Freud amava definirsi un conquistatore più che uno scienziato, operava “scavi archeologici” su indizi mentali di meccanismi psichici che stanno sotto la superficie della coscienza. Lo storico Ellemberger espone l’analisi delle origini dei meccanismi che sottendono l’inconscio e ribadisce l’esistenza di un collegamento fra alcuni insegnamenti medici o filosofici del passato ed i metodi della psicologia dinamica: evoca il ruolo svolto dagli sciamani nei loro riti di guarigione, tocca il fenomeno del mesmerismo e la nascita dell’ipnosi, fino ad arrivare alla psicologia del profondo della Psicoanalisi di Freud e della Psicologia analitica di Jung.
Sia Freud che Jung hanno sottolineato nelle loro opere come la coscienza della razionalità sia una illusione consolatoria e la realtà psichica umana sia prevalentemente inconscia. Jung ha mostrato interesse verso i fenomeni occulti ed il soprannaturale all’interno di una visione prospettica ed integrale della psiche: ha considerato l’inconscio collettivo oltre che personale, gli archetipi ed anche la sincronicità o nessi causali tra eventi psichici e fisici. Anche Freud, pur essendo scettico nei confronti dei fenomeni paranormali ha comunque ammesso la telepatia ed alcune ipotesi sulla premonizione.
L’autrice a mezzo della protagonista Biancamaria scrive considerazioni a riguardo: “Un’estranea origine dei miei malesseri……..dell’essere che viveva in me…….sdoppiamento della personalità? …schizofrenia? …non mette limiti tra conscio ed inconscio… (cit. ibidem)”.
M. Angelica Maoddi, psicoterapeuta.
