Questo articolo è stato scritto e pubblicato da Maria Angelica Maoddi.
INTRODUZIONE
La lettura di Le Gemelle del Ri-morso, lascia nell’animo un senso di smarrimento per i vissuti tragici dei personaggi femminili segnati dalla precarietà e dalla costante presenza della morte.
Il senso di disperazione e di disorientamento dei personaggi sono il segno evidente del disagio esistenziale di un mondo in disfacimento, vissuto negli ambienti della cultura contadina decadente che fatica a adattarsi alle sollecitazioni imposte dalla modernità.
L’ esplorazione interiore espressa si fa portavoce di una fortissima eredità decadente, riscontrabile, questa, nella coscienza lacerata e nello stato di ricerca dell’autrice a mezzo del personaggio di Gaetana; teso ad esplorare gli angoli più riposti dell'”Io”, destinato, però, a perdersi in un mondo estraneo ed indifferente alla sua sensibilità. Possiamo considerarlo alla stregua di un romanzo psicologico di taglio freudiano in cui l’io è ” sempre meno padrone in casa propria “.
La voce narrante di Gaetana (Alter ego dell’autrice), si scopre alla ricerca costante di un equilibrio tra la crisi esistenziale e l’esigenza di valori e ideologie cui fare riferimento; cerca, attraverso il ricordo, di riaffermare uno spazio e un tempo lontani da lei.
Il ritmo incalzante della narrazione come nella taranta, che non si abbandona alla malattia ed alla follia, diviene strumento privilegiato del conoscere. Come il sogno delirante si esprime in una sorta di abreazione atta a far rivivere il ricordo tragico e nel racconto, la protagonista aggiunge un voler indagare la psiche umana, guardando attentamente alla propria realtà interiore e alle sue intime lacerazioni.
Si racconta con gli occhi dei personaggi e si dà voce alla memoria, alle emozioni e ai ragionamenti, in altre parole a qualcosa che non ha una dimensione temporale: questo, quindi, comporta che il tempo della storia e quello della narrazione si allontanino, a volte, a dismisura.
Si profilano nuovi scenari che rimandano la riflessione alla sincronicità degli eventi: il morso della taranta, il veleno inoculato e l’inquietudine persistente.
Il dilatarsi temporale apre molteplici suggestioni invitando a seguire il filo delle emozioni suscitate dal romanzo che sulla condizione gemellare offre diverse chiavi interpretative che sono più analogiche che causali.
Le Gemelle vivono in funzione di coppia, un mondo a sé stante, contrapposto a quello esterno. I meccanismi psicologici e le modalità percettive fusionali e simbiotiche esprimono complicità ed ambivalenza. L’impossibilità a separarsi delle gemelle per vivere un’autonoma esistenza, una singolare identità che sfocia in una lotta al dominio ed alla sopraffazione devastante. (Il richiamo alla sindrome di Rebecca, dell’episodio biblico la madre di Esaù e di Giacobbe.)
La condizione gemellare contrasta il processo di separazione e d’individuazione.
Per la psicoanalista M. Klein, la scissione è al centro della costruzione psicologica individuale. Si tratterebbe di un processo intimo proto-mentale, che condiziona tutti i vissuti successivi: quel meccanismo precoce chiamato “posizione schizo-paranoidea”, un tentativo del neonato di allontanare da sé le percezioni negative per poi far seguire la riparazione.
Le Gemelle sfidano la comprensione razionale privilegiando codici più intuitivi ed emotivi, profondi ed ancestrali che, come sappiamo, sono contenuti nei temi archetipici dell’inconscio collettivo.
La presenza delle Gemelle, due donne, descritte nella loro forza quasi sovrumana, rimandano alla dimensione originaria nel mito della creazione.
In molti miti di diverse culture il mondo è descritto come opera di due creatori: gli opposti che generano angoscia e dolore dell’esistenza e simboleggiano la tendenza al ritorno all’unità originaria. In Astrologia i Gemelli sono una delle dodici costellazioni dello Zodiaco, sotto il cui segno ogni opposto si riassorbe nella tensione creatrice.
Lo stesso atto del dividere, attributo della divinità spesso diviene attributo di conflitto e di doppiezza, lo stesso diavolo, diabolos biblico, del resto, è colui che divide e allontana.