Mille Piroette

Questo articolo è stato scritto e pubblicato da Maria Carmen Brandi.

La finestra spalancata sull’orto, si intravede la spiaggia, il profumo dell’erba fresca, il sole caldo, ormai è primavera.

Mi sporgo sul davanzale, sento la voce di papà, parlotta con mamma, racconta delle piante e di come stanno crescendo, mi accorgo che il tono della voce è lo stesso di quando parla di me e mia sorella, dolce e paterno, nello stesso tempo guerriero e pronto lì a difenderle da possibili pericoli. “Mah! Chi può far del male a delle piante”, penso tra me.

Mi guardo intorno, posso “traccheggiare” nel letto, è domenica. Di fronte al letto l’armadio con un grande specchio, il luogo in cui ripongo i miei sogni, quelli da bambina prima e ora da adolescente e proprio lì che mi specchio e passo anche delle ore ad osservarmi. Annoto nella mia memoria ogni piccolo cambiamento fisico da prima il viso e in particolare gli occhi. Tutti in famiglia mi dicono che ho gli occhi espressivi e cercano la somiglianza con quelli di papà, i suoi sono azzurri, i miei nocciola. E lì davanti allo specchio penso “come sarei se avessi gli occhi di papà, sarebbe stato troppo, troppo per me”. Da questo pensiero passo ad osservare il seno che sta crescendo, non dà l’impressione di diventare troppo grande e mi tranquillizzo, perché le mie zie hanno tutte un seno molto grande ed io sono la maggiore delle mie cugine e ogni volta che le sorelle di mia madre, mi incontrano, mi osservano nei minimi particolari, volendo trovare un particolare del mio aspetto fisico in comune con una di loro, e concludono: <<Si, ma lei è diversa, non sarà come noi, non è presa della nostra famiglia>> e poi mi raccomandano di non mangiare troppo, perché dicono <<hai visto cosa è successo a noi>>? E mostrano il loro seno abbondante e la pancia prominente.

È proprio questa frase che mi ha accompagnato e guidata nella cura del mio corpo da sempre.  Torno davanti allo specchio e a quella mattina. Si, il mio specchio e alle mie fantasie. Continuo a riflettermi, fisso le gambe, ancora snelle, appena si notano i muscoli delle cosce, penso <<è la bicicletta>>. Mi piace fare delle passeggiate in bici, anche oggi. Lì al paese le discese e le salite, quante sfide con me stessa e la mia capacità di resistenza. Penso: <<dovrò andarci di meno, altrimenti le gambe e le cosce diventeranno enormi>>. La sera prima avevo visto un varietà in TV, si esibivano delle ballerine bellissime, pensavo “ecco io vorrò essere così” ed ero determinata.

A ripensarci ora arrossisco. Mah! Che bella fantasia!

Ormai sicura che potevo giocare davanti allo specchio, perché mamma e papà erano impegnati con le altre “figlie” (le piante), mi dirigo furtiva in camera dei miei e apro l’armadio di mamma. Che meraviglia! Vestiti di tutti i colori, ma io ne cercavo uno in particolare, mi piaceva tanto, quando lo indossava mamma. Il vestito era rosso, con stampe a fiori, le maniche scese sulle spalle, il corpetto stretto e la gonna ampia. Mi arrampico su una sedia, lo prendo, poi scelgo le scarpe più alte tra quelle riposte nella scarpiera e sempre molto attenta che nessuno si accorgesse del mio piccolo furto, neanche mia sorella, che tranquilla giocava con le sue barbie, ritorno veloce in camera.

Sono davanti al mio specchio, ora il mio palcoscenico, indosso il vestito e poi le scarpe, mi guardo, mi trovo bellissima, la stoffa soffice che mi sfiora le gambe che sotto la campana della gonna, sembrano importanti e fremono, perché ecco che inizio a fare mille piroette e ballo, ballo fino allo sfinimento. Il mio corpo agile e fluente come il vestito che indosso. Che leggerezza! Che libertà! Mentre ballo, le braccia in alto e poi tiro un po’ su la gomma, proprio come le ballerine della sera prima, mi sentivo sensuale, mi sentivo grande. Durante la performance avevo degli spettatori, due micini che si erano accovacciati sul davanzale, stavano al sole e mi fissavano, mi chiedevo cosa pensassero di me, allora rivolgevo loro qualche domanda del tipo <<vi piace il mio sguardo>>? <<E le mie gambe>>? continuavo ad imitare espressioni accattivanti delle attrici di film che avevo visto al cinema o a mostrare orgogliosa le gambe, provando anche a far intravedere le mutandine.

Loro continuavano a fissarmi con uno sguardo indifferente come se fosse normale la scena a cui stavano assistendo. 

Mi riprendo da quella euforia, la voce di papà si fa sempre più avvicina, è quasi ora di pranzo, la cucina si anima di un chiacchiericcio confuso, si sta decidendo cosa portare a tavola.

Ecco! infatti, la tavola, mi chiamano <<Chiara, ma, sei ancora in camera, svelta, vestiti>>!

Sorrido divertita e penso “ma, sono già vestita”.

Con uno scatto, mi svesto e nascondo gli oggetti dei miei sogni: il vestito e le scarpe con il tacco.

Mi ritrovo davanti allo specchio, il viso, i capelli, gli occhi, il seno e le gambe sono quelle di un’adolescente e il sogno di un corpo da donna era lì riposto nel vestito rosso a fiori e nelle scarpe con il tacco alto.

Ripenso ancora a questi momenti al corpo di allora e a quello di oggi di donna matura. Ho sempre l’abitudine di osservarmi allo specchio, perché sono convinta che lo specchio possa riflettere anche l’anima delle persone e di annotare con la memoria cambiamenti fisici, ora che il mio corpo è diverso e che continuerà a mutare con gli anni. 

Il passare del tempo mi ha sempre spaventata, perché sarebbe stato il segno evidente della trasformazione del mio corpo. Invece mi accorgo, riflettendomi nello specchio che ora posso vedere la mia anima e posso essere grata al mio corpo che mi ha insegnato ad amarmi e ad accettarmi. Beh! Forse è anche il caso di ringraziare le mie zie, perché il rito di trovare le famose somiglianze si ripete ogni qualvolta mi incontrano e allora io tiro in dentro la pancia e distendo un po’ il viso con il trucco, pur di vincere la scommessa con me stessa “non gli somiglierò mai”. Confesso…. ancora ballo davanti allo specchio e faccio mille piroette.

6 pensieri su “Mille Piroette


  1. Racconto intenso con grande incipit ( minimalista alla R.Carver) e in cui i momenti ripetuti davanti allo specchio Nel corso dei passaggi salienti della vita della protagonista non sono poi così lontani da quel – fermare gli istanti del tempo – di M.Proust …brava complimenti


    • Grazie!
      hai colto lo spirito del racconto di un momento intimo…
      Lusingata di aver ricordato il grande M. Proust

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